Sonia, strangolata a Milano. Il compagno
omicida: "Ho avuto un raptus, pagherò" -Foto
di Benedetta Dalla Rovere
«Ero molto geloso e avevo bevuto molto» ha aggiunto l'uomo nel corso dell'interrogatorio, durato circa due ore, davanti al gip Donatella Banci Buonamici nel carcere di San Vittore. Maggioncalda, che lavorava con il padre nel negozio di orologi di famiglia, ha detto di «provare dolore» perché Sonia «non c'è più e per i suoi cari». Il 42enne aveva già confessato l'omicidio subito dopo l'arresto, ma ieri ha «ulteriormente chiarito alcuni aspetti del rapporto con Sonia - ha detto il suo avvocato Luigi Aleramo Rossi - un rapporto di conoscenza abbastanza lungo, che si era trasformato in una relazione da pochi mesi».
La coppia, infatti, stava insieme solo dai primi di agosto ma già a fine mese, il giorno 28, Sonia aveva sporto denuncia contro il compagno per minacce e lesioni. Quel giorno, infatti, l'uomo l'aveva aggredita rompendole un timpano nella casa dei nonni di lui in via Orti. Sonia era riuscita a chiamare il padre che l'aveva soccorsa, sanguinante, nel cortile del palazzo. Era stata medicata in ospedale e la prognosi era stata di trenta giorni.
Maggioncalada «sta affrontando con dignità il suo percorso di assunzione di responsabilità per quello che ha fatto - ha chiarito il suo avvocato - e l'interrogatorio è stato un momento toccante». Il legale non ha fatto richieste al gip per il suo assistito.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Ottobre 2014, 12:50
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