Crac San Raffaele, la Cassazione
conferma la pena di 9 anni per Daccò

Crac San Raffaele, la Cassazione conferma la pena di 9 anni per Daccò

di Angela Calzoni
Sono passati quattro anni dall'arresto, nel novembre del 2011, dell'imprenditore della sanità Pierangelo Daccò, accusato di fare da tramite tra l'ospedale San Raffele e il Pirellone. Adesso la sentenza a carico del faccendiere, detenuto a Bollate, è diventata definitiva.


La Cassazione, infatti, ha confermato la condanna a nove anni di reclusione per concorso in bancarotta emessa a suo carico dai giudici dell'appello bis. Nelle scorse settimane Daccò, amico e compagno di vacanze dell'ex governatore Roberto Formigoni, aveva ottenuto gli arresti domiciliari, anche se non era stato ancora possibile attuare la misura perché non c'erano braccialetti elettronici disponibili. Adesso la Cassazione ha prolungato la sua permanenza in carcere.

Ma i guai giudiziari per lui non sono finiti: “Piero”, come lo chiamava amichevolmente Formigoni, è sotto processo anche per il caso Maugeri, insieme al Celeste e all'ex assessore regionale alla Sanità Antonio Simone e ad altri imputati. Per la Procura, sarebbe stato proprio Daccò a far arrivare circa 200 milioni di euro di rimborsi indebiti alla fondazione di Pavia, attraverso delibere favorevoli della Giunta Formigoni, ottenute grazie alle sue aderenze in politica. In cambio, secondo la Procura, l'ex governatore lombardo avrebbe ottenuto benefit di lusso per circa otto milioni di euro, tra cui viaggi aerei, vacanze in yacht e un maxi-sconto per l'acquisto di una villa in Sardegna. La sentenza nel processo di primo grado è attesa nei prossimi mesi.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Dicembre 2015, 08:55
© RIPRODUZIONE RISERVATA