Rapina in banca, la 'banda dei cognati' incastrata dalle impronte digitali

Rapina in banca, la 'banda dei cognati' incastrata dalle impronte digitali

di Salvatore Garzillo
Parenti, amici, colleghi di lavoro. Peccato che il mestiere fossero le rapine in banca e - soprattutto - peccato che non avessero un grande talento, altrimenti non si spiega perché hanno dimenticato di coprirsi il volto e lasciato un’impronta digitale risultata fatale.

Gli agenti della squadra mobile l’ha chiamata la “banda dei cognati” perché i tre rapinatori avevano sposato tre sorelle. Armati di una pistola, il 20 maggio scorso hanno fatto irruzione in una filiale del Credito Valtellinese in via Bianca Di Savoia, un colpo da 17mila euro commesso a volto scoperto e senza guanti. Due leggerezze gravissima per tre persone con precedenti.

Lo hanno capito venerdì scorso, quando gli investigatori sono andati a prenderli a casa per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Attraverso le immagini gli agenti della Mobile sono riusciti a riconoscere Maurizio Platania, 57 anni, il più anziano della banda, che ha lasciato la moglie ma è rimasto in contatto con i cognati. Gli altri due sono stati individuati proprio ricostruendo la rete relazionale dell’uomo. Sono così emersi Roberto Grisorio, 34 anni, e Alessandro Natella, 42. Quest’ultimo è stato incastrato da un’impronta lasciata in una cassetta di sicurezza. Al momento della rapina in banca c’erano cinque dipendenti e due clienti, tra cui un ultra ottantenne con una bombola d’ossigeno.
Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Ottobre 2016, 09:41