Emergenza profughi a Milano, riunione in
prefettura per la riapertura del Cie di via Corelli

Emergenza profughi a Milano, riunione in ​prefettura per la riapertura del Cie di via Corelli

di Simona Romanò
Summit decisivo in prefettura per stabilire quando avverrà l'apertura straordinaria del Cie, più volte slittata dopo la data auspicata del 15 settembre: il Centro d'identificazione ed espulsione di via Corelli è stato infatti prestato per 6 mesi dal Viminale per accogliere i profughi eritrei e siriani.





La struttura, che tornerà a essere un semi-carcere per i clandestini in attesa d'espulsione, sarà quindi provvisoriamente riadattata per affrontare l'emergenza fuggiaschi e ospitarne 140. Ma il Comune - pronto al pressing visto la nuova escalation di arrivi - è ancora in attesa del nullaosta definitivo. Da sciogliere è il nodo della conduzione del Centro: la Gespa è la società francese che ha vinto l'appalto per gestire un Cie e non uno spazio per l'accoglienza momentanea di uomini, donne con bambini in fuga da luoghi di guerra. Al tavolo di oggi, a Palazzo Diotti, sarà presente, oltre al prefetto Francesco Paolo Tronca, e all'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, il sottosegretario del ministero dell'Interno, Domenico Manzione, che farà le veci di Angelino Alfano e che potrebbe sbloccare la situazione ferma da un mese. Palazzo Marino freme: il flusso di nuovi arrivi, ridotto a settembre a circa 300 al giorno, si è impennato a quota 700, soprattutto siriani.



Dall'ottobre dell'anno scorso, il Comune ha dato ospitalità a 43mila persone, fra cui oltre 12mila minori. Ogni notte i dormitori ne accolgono oltre 1000: sono stracolmi, da via Aldini a Saponaro alla Casa della Carità. E i 140 nuovi posti letto del Cie fanno molto comodo, soprattutto in vista del brutto tempo, quando dovranno trovare spazio anche i senzatetto. «Le trattative con gli uffici di Roma sono a buon punto, partiremo quanto prima», assicura Granelli. Non prima di fine mese e forse oltre. C'è ancora d'aspettare per poter riaprire il Cie, chiuso nel dicembre 2013 per la riqualificazione da 350mila euro, resa necessaria dopo una serie di rivolte messe in atto dagli irregolari che hanno bruciato, danneggiato e reso inagibili alcune aree.
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Ottobre 2014, 10:18
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