Assalto alla gioielleria di via della Spiga: in manette banda di rumeni -Foto

Assalto alla gioielleria di via della Spiga: in manette banda di rumeni

di Salvatore Garzillo
Tutti in carcere i nove rapinatori che il 15 febbraio e il 21 maggio 2013 hanno rapinato la gioielleria Franck Muller in via della Spiga. Due colpi da manuale del crimine: appena 56 secondi per portar via un bottino di oltre 620mila euro la prima volta e 800mila la seconda.





La modalità era ben collaudata e prevedeva l’ingresso di un finto cliente per aprire la strada agli altri complici armati di mazze e martelli. Poi, dopo 56 secondi, tutti fuori a lanciare molotov per coprire la fuga. Lo hanno fatto due volte nel quadrilatero della moda ma almeno dieci volte in altre città europee come Londra, Bruxelles e Parigi. Qui, il 4 ottobre 2013, hanno svaligiato il negozio Vacheron Constantin in Place Vendome in meno di un minuto e hanno utilizzato fumogeni per sparire con preziosi per oltre un milione di euro.



I componenti della banda sono nei carceri di mezza Europa: Vasile Catalin Ciobanu, di 20 anni, Gheorghe Adrian Lungu (23), Cosmin Costel Marcu (20), Alin Petrut Nechitoaia (20), George Marian Madalin (21), Ioan Andrei Vartic (23), Ioan Vadana (25), Alexandru Tabacaru (25), Ovidio Antonio Turea (19, minorenne all’epoca dei fatti). A capo dei colpi milanesi ci sarebbe Tabacaru, che non ha partecipato fisicamente agli assalti ma ha pianificato gli spostamenti e provveduto ai sopralluoghi nei giorni precedenti. La svolta c’è stata il 24 luglio 2013, quando gli agenti della Squadra mobile di Firenze hanno fermato quattro banditi prima che potessero rapinare la gioielleria Vertigo. Il dna dei fermati ha consentito di ricostruire i legami con gli altri componenti della banda.



Si conoscevano da tempo, sono tutti originari di Piatra Neamt, una cittadina del nord-est della Romania. «Per la precisione provengono dallo stesso orfanotrofio - hanno spiegato gli investigatori della Squadra mobile e del nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, che hanno lavorato assieme per tutta l’indagine - La nostra ipotesi è che ci sia un’organizzazione che recluta orfani in Romania per formare batterie di rapinatori professionisti addestrati come metodi paramilitari».












Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Febbraio 2015, 09:09
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