Milano, polemiche in Comune dopo il blitz di Casapound e gli scontri coi centri sociali

Milano, polemiche in Comune dopo il blitz di Casapound e gli scontri coi centri sociali

di Simona Romanò
Polemica rovente sui metodi per sorvegliare Palazzo Marino.

Sul tavolo di questore e prefetto c'è l'ipotesi di metal detector e tornelli come al Pirellone, dopo l'irruzione dei militanti di CasaPound, giovedì in consiglio comunale, alla quale sono seguiti gli scontri con i centri sociali in piazza Scala. Per ora, il pensiero di blindare la casa dei cittadini è poco più di un'idea, che non trova d'accordo l'intero centrosinistra. Mirko Pezzali, delegato alle Periferie, ieri su Facebook ha scritto: «Militarizzare Palazzo Marino non serve a nulla». 
La questione sarà affrontata nei prossimi giorni in un vertice in prefettura, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala. Il blitz dell'ultradestra con saluti romani e striscioni per chiedere le dimissioni di Sala non ha strascichi soltanto politici: lo sdegno è bipartisan con l'Anpi che invoca una mobilitazione di massa e i sindacati che oggi (alle 17 davanti alla prefettura in corso Monforte) hanno organizzato un presidio antifascista «per chi si riconosce nei valori della Costituzione». Pronti alla Marcia no fascio anche gli antagonisti. Il gesto di CasaPound ha fatto scatenare dubbi sulla gestione dell'ordine pubblico in Comune. Lo ha ammesso lo stesso sindaco: «Un problema di maggior protezione c'è. Ci lavoreremo». 

Come hanno fatto le teste rasate a raggiungere il consiglio? Le transenne mobili posizionate lo scorso settembre in piazza Scala per incanalare i visitatori non sono servite. Gli investigatori hanno già chiarito che i militanti di CasaPound sono entrati alla spicciolata, insieme al pubblico. 
Intanto, è nelle mani del capo dell'antiterrorismo della Procura, il pm Alberto Nobili, l'indagine: la Digos ha depositato la prima informativa, in attesa di visionare tutti i filmati delle telecamere. 
Ultimo aggiornamento: Sabato 5 Maggio 2018, 11:08
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