Mense scolastiche, vietato portare cibo da casa:
class action del Codacons contro il Comune

Mense scolastiche, vietato portare cibo da casa: class action del Codacons contro il Comune

di Simona Romanò
A scuola esplode la guerra della schiscetta, portata da casa per non pranzare in mensa. E il Codacons, favorevole al pasto domestico, ingaggia la battaglia contro il Comune, che impone l'allontanamento dalla refezione degli alunni con il panino preparato dalla mamma. Devono così magiare da soli in una stanzetta o con i bidelli.

Il Codacons lancia una class action contro l'amministrazione, dopo la diffida inviata nei giorni scorsi e rimasta priva di riscontro. «Rivendichiamo il diritto della schiscetta - attacca il presidente dell'associazione consumatori Marco Maria Donzelli - tutti i bambini devono potersi portare il cibo da casa, perché dobbiamo mettere al primo posto la loro salute». Rispettare le loro abitudini alimentari e le esigenze delle famiglie. Ma Palazzo Marino tira dritto: le pietanze portate da casa non vanno consumate in mensa con i propri compagni. E così sarà anche in futuro, perché - sottolinea il vicesindaco con delega all'Istruzione Anna Scavuzzo - «le regole vanno rispettate e sono anche a tutela dell'igiene».

Il dibattito è scoppiato da una settimana, da quando una mamma della scuola Pirelli ha esonerato la figlia «dall'onerosa refezione». A darle man forte alcuni genitori (anche se pochi), i cui figli «avanzano di tutto». Dai primi piatti ai secondi a base di legumi. Chiedono che si possa scegliere fra la mensa, pagata anche se il piccolo è assente, e il pranzetto casalingo. Propensa all'ipotesi è la Regione con l'assessore all'Educazione Valentina Aprea che si dice favorevole «a nuove soluzioni», anche per coloro che non possono permettersi la retta. Il 4 ottobre sarà aperto un tavolo.

Ad essere chiamata in causa è anche Milano Ristorazione che difende «la qualità del servizio», soprattutto ora che stanno aumentando le quote di prodotti bio, dop, igp con attenzione alla filiera corta e, dove possibile, a chilometro zero. L'obiettivo, nell'arco di due anni, è di superare la soglia di 40-45% di cibi biologici. Ma non sempre i bimbi apprezzano il menù equilibrato e salutare.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Settembre 2016, 11:41
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