Allarme sushi: è boom di intossicazioni
e ricoveri per la sindrome sgombroide

Milano, allarme sushi: boom di intossicazioni e ricoveri per la sindrome sgombroide
Se il 2015 aveva fatto registrare il record di ricoveri e intossicazioni, quest'anno potrebbe tranquillamente superarlo. Soprattutto negli ultimi mesi, a Milano si sono moltiplicati i casi di sindrome sgombroide.

Si tratta di un'intossicazione dovuta ad una cattiva conservazione di pesce azzurro, in primis tonno, e che spesso colpisce chi mangia pesce crudo, soprattutto sushi e sashimi. I sintomi possono variare dalla nausea al mal di testa, passando per rossori e gonfiori fino addirittura all'edema della glottide, che può portare al soffocamento. La Ats, l'azienda sanitaria milanese, ha lanciato l'allarme: «Non vogliamo parlare di epidemia, ma è bene che la gente sia consapevole dei rischi a cui va incontro quando mangia pesce crudo o appena scottato».

Lo scorso anno i ricoveri di persone intossicate per sindrome sgombroide erano stati 47, nei primi otto mesi di quello in corso invece sono già 45. Di cui almeno sette nel solo mese di settembre. A segnalare le intossicazioni sono direttamente gli operatori di pronto soccorso, che ormai sanno riconoscere molto bene i sintomi. E questo ha portato a diversi interventi dei Nas nei ristoranti e anche al mercato generale del pesce di via Lombroso. Quasi sempre vengono riscontrate gravi irregolarità nel trasporto e nella conservazione del pesce.

Se i sintomi possono essere molto fastidiosi, per curare la sindrome sgombroide basta una cura a base di cortisone o antistaminici e nel giro di poche ore si torna a stare bene. Per le donne incinte, che non possono prendere il cortisone, si sconsiglia comunque di consumare pesce crudo o poco scottato.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Ottobre 2016, 14:54
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