Migranti, il diktat del prefetto: "I sindaci accolgano o interveniamo noi"

Migranti, il diktat del prefetto: "I sindaci accolgano o interveniamo noi"

di Simona Romanò
«Spero che i Comuni che non hanno dato la loro disponibilità ad accogliere i migranti rivedano la loro posizione, altrimenti qualcuno questa responsabilità dovrà prendersela», cioè la prefettura. 

Il diktat è stato ribadito dal prefetto Luciana Lamorgese che nel pomeriggio ha partecipato alla prima riunione operativa post protocollo dell'accoglienza diffusa, sottoscritto da 80 sindaci, perché «alla firma devono seguire i fatti». È stato fatto il punto sugli smistamento, sulle strutture che devono essere adibite per l'ospitalità. Si lavora al progetto, perché i profughi arriveranno nei vari Comuni entro l'estate. In altre parole, la prefettura obbligherà tutte le amministrazioni a fare la propria parte per gestire i flussi e la quota di 5.065 persone che il Viminale ha stabilito per Milano e provincia, oltre 500 in più rispetto ad oggi che andranno suddivise in modo equo (3 ogni 1000 abitanti). 

Fra qualche settimana i primi spostamenti. Notizia che scatena la rabbia dei sindaci leghisti: una quindicina si sono detti pronti alle barricate con il segretario lombardo Paolo Grimoldi che aveva minacciato «blocchi stradali come a Golino per bloccare i bus di migranti, qualora il prefetto optasse per la via coercitiva». Quasi tutte le giunte di centrodestra hanno detto no profughi, alzando la voce come il primo cittadino di Corsico Filippo Errante: «Non ci sono le condizioni sul nostro territorio per l'accoglienza». Alla Lamorgese spetta il compito di smorzare i toni. 

C'è ancora tempo per il dialogo e, quindi, stemperare l'aria avvelenato che ristagna dopo la marcia per i migtanti di sabato scorso che ha portato anche attacchi, insulti e minacce di morte a tre sindache solidali del Pd. «Muori» e «Spero che sia violentata», sono i messaggi a loro rivolti. E a loro va la solidarietà del partito democratico che ha indetto sabato a Sesto San Giovanni un presidio «per dire no a rabbia e violenza».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Maggio 2017, 09:32
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