Corona al telefono con l'avvocato:
"Mi sento finalmente bene"

Corona al telefono con l'avvocato: "Mi sento finalmente bene"
Ieri e l'altro ieri era «sconvolto, stanco, provato» per l'improvviso cambiamento di vita, oggi sta «meglio» e si sente finalmente «bene». È stata una telefonata telegrafica quella di questa mattina tra Fabrizio Corona e Ivano Chiesa, uno dei suoi avvocati.

Poche parole in cui l'ex re dei paparazzi, uscito dal carcere due giorni fa e ora affidato temporaneamente ad una delle comunità 'Exodus' di don Antonio Mazzi, a Lonate Pozzolo (Varese), parlando al telefono con il legale gli ha confidato: «oggi mi sento meglio, sto bene». Corona, come ha spiegato il difensore, passata l'ondata emotiva per il cambiamento repentino di vita e anche «l'ondata mediatica da cui è stato travolto in questi due giorni, ora comincia ad entrare in un'ottica diversa di vita».





E che stia decisamente meglio lo testimoniano le foto che ha pubblicato su diversi social network: il primo selfie con gli amici più stretti dopo l'uscita dal carcere di Opera e la foto che lo ritrae in palestra ad allenarsi. «Buongiorno. Al lavoro sul corpo e sulla mente - ha scritto su Instagram in tarda mattinata con l'hasthag 'sipuedè. Inoltre dovrebbe avere già visto il figlio Carlos e la madre e da lunedì comincerà il programma terapeutico di recupero che l'ex fotografo dei vip deciderà con Don Mazzi e la sua squadra».



La ragione per cui è uscito di prigione è puramente tecnica - ha tenuto a ribadire l'avvocato Chiesa - e non perchè, come alcuni hanno commentato, è un cittadino di serie A. «L'altro ieri, infatti, il giudice della Sorveglianza di Milano Giovanna Di Rosa, ha accolto l'istanza presentata dall'avvocato Chiesa e dalla collega Antonella Calcaterra, una prima volta bocciata da un altro magistrato, e ha disposto l'affidamento in prova ai servizi sociali temporaneo che dovrà essere confermato da un collegio di giudici.
Affidamento che è stato concesso per una serie di ragioni, alcune tecniche e giuridiche, altre relative all'assenza di pericolosità sociale e al suo passato di tossicodipendenza. In comunità sconterà la pena residua non sospesa - circa 5 anni -, e si dovrà attenere ad una serie di prescrizioni: non potrà uscire ma potrà comunicare al telefono, anche se con alcune restrizioni e potrà vedere parenti e amici più stretti solo se autorizzati.

Ultimo aggiornamento: Sabato 20 Giugno 2015, 20:58