Via Brioschi, dai salvavita ai picchi anomali
di consumo: tutto quello che non torna

Via Brioschi, dai salvavita ai picchi anomali di consumo: tutto quello che non torna

di Angela Calzoni
Erano cucine moderne, quelle dei due appartamenti esplosi domenica mattina in via Brioschi. Sia gli elettrodomestici della casa di Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa, la coppia di fidanzati marchigiani, che quelli di Micaela Masella, l'altra vittima del disastro, erano stati comprati dopo il 1997, anno in cui per legge su tutte le stufe dovevano essere montati meccanismi salvavita.

Il dettaglio è emerso dalle indagini, coordinate dai pm Elio Ramondini e Nunzia Gatto, che hanno anche conferito gli incarichi ai consulenti che dovranno stilare una perizia sull'esplosione. Resta da stabilire se le cucine, dopo l'acquisto, abbiano subito manutenzione, così come i loro impianti. Ora la procura non esclude più alcuna ipotesi.

Sotto la lente ci sono i dati nei contatori del gas: sembra che ci sia stato un picco anomalo di consumo alle 6,30 del mattino - quindi un paio d'ore prima della deflagrazione - e che la fuga di gas sia avvenuta dall'appartamento della famiglia Pellicanò e non da quello della coppia di giovani marchigiani, come si era ipotizzato in un primo tempo: i loro corpi infatti erano ancora a letto, sepolti dalle macerie, mentre il corpo di Micaela Masella, coperto di bruciature, è stato proiettato in strada dall'esplosione. Le sue bimbe di 11 e 7 anni e il marito sono ancora ricoverati al Niguarda: le condizioni sono stabili, la più piccola - con ustioni sul 45% del corpo - è in via di miglioramento, dicono dall'ospedale.

Ieri mattina sono state eseguite anche le autopsie delle tre vittime. Solo oggi i feretri dei fidanzati saranno portati all'auditorum di Morrovalle, dove domani si svolgerà il funerale.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Giugno 2016, 10:06
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