Domenico Maurantonio, a due mesi dalla
morte tante ipotesi ma nessuna certezza

Domenico Maurantonio, a due mesi dalla ​morte tante ipotesi ma nessuna certezza

di Salvatore Garzillo
In questi giorni i suoi compagni della 5ªE del liceo scientifico Ippolito Nievo di Padova stanno affrontando l'esame di maturità. Per Domenico Maurantonio il tempo si è invece fermato tra le 5,30 e le 7 di dimenica 10 maggio.





È a quell'ora che gli inqirenti fissano la sua caduta dalla finestra del quinto piano dell'albergo Leonardo Da Vinci, a Bruzzano. Lo studente padovano è in gita con la sua classe per visitare l'Expo. Domenico ha 19 anni, è un ragazzo solare, con amici e fidanzata, non ci sono ombre nella sua vita. E a quasi due mesi dalla sua morte, la tragedia continua ad essere avvolta nel mistero. La matassa non si sbroglia, nonostante gli agenti della squadra mobile di Milano e Padova ci stiano perdendo il sonno. E quelle che hanno in mano continuano ad essere solo ipotesi.



IL SUICIDIO. La prima ipotesi presa in considerazione, poi scartata. Lo esludono i genitori, lo esclude la findazata: Domenico non aveva motivi per farla finita e non ha mai dato segnali. «I suicidi, soprattutto se giovani, lasciano sempre una traccia del loro malessere - spiega un investigatore - E Maurantonio non ha lasciato alcun segnale».



L'OMICIDIO. Improbabile che Domenico sia stato ucciso, almeno secondo i test che hanno riprodotto la traiettoria del corpo: non parabolica, come avviene quando ci si lancia o si viene spinti, ma rasente alla finestra, più compatibile con una caduta.



IL MALORE. È possibile che abbia avuto un malore, forse dovuto all'abuso di alcol di quella sera. I test hanno infatti dimostrato che aveva un grammo di alcol nel sangue e tre nello stomaco, la differenza è dovuta al fatto che al momento della morte una parte dell'alcol non era stata ancora digerita. Il malore, inoltre, spiegherebbe le tracce di feci trovate nel corridoio che dalla sua stanza conduce alla finestra dove è caduto. L'alcol potrebbe aver peggiorato i suoi già noti problemi di stomaco.



LO SCHERZO. Gli investigatori non ci credono e lo hanno detto dal primo momento, da quando si era sparsa la voce di un lassativo messo nella birra del 19enne e mai evidenziato dalle analisi.



LA FATALITÀ. Domenico potrebbe aver fatto tutto da solo ed essere morto per una fatalità. Una parziale conferma arriva dal silenzio che ha preceduto e seguito il suo volo. Sembra impossibile che non abbia gridato durante la caduta (qualora fosse stato spinto) e pare altrettanto improbabile che altri non abbiano urlato vedendolo precipitare dal quinto piano.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Giugno 2015, 08:31
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