«Femore rotto a una vecchia per allenarmi», il chirurgo Confalonieri ai pm: «Non sono un mostro»

«Femore rotto a una vecchia per allenarmi», il chirurgo Confalonieri ai pm: «Non sono un mostro»
«Mi avete distrutto», queste le prime parole rivolte ai cronisti da Norberto Confalonieri, il chirurgo ortopedico, primario al Cto-Pini al termine dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip De Pascale. L'uomo - accusato di turbativa d'asta e corruzione, al momento agli arresti domiciliari - ha risposto a tutte le domande del gip e, tramite la sua legale Ivana Anomali, ha riferito di «essere tranquillo e sereno, ma affranto per essere stato buttato in prima pagina come un mostro che spaccava femori».

«Non sono un mostro, né un money maker, come sono stato descritto». Comincia così la memoria che il primario Nicolò Confalonieri, arrestato la settimana scorsa per corruzione e turbativa d'asta, ha depositato oggi al gip di Milano durante il suo interrogatorio. Nel documento l'ortopedico ha sintetizzato di avere «aperto un ambulatorio al CTO con il servizio sanitario nazionale per i pazienti meno abbienti in cui visito circa 30 persone alla settimana, cosa rara per un primario» e di «organizzare manifestazioni di beneficenza ogni anno».

Gli atti dell'inchiesta
Secondo gli atti dell'inchiesta, nel giro di poco più di un anno, tra il primo settembre 2014 e il 31 dicembre 2015, il primario di Ortopedia avrebbe impiantato 62 «protesi monocompartimentali di ginocchio» della Johnson&Johnson per «motivazioni di natura prettamente economica e personale», non «per scelte scientificamente orientate» ma soltanto per un «arricchimento personale» e per i suoi rapporti «occulti» con i referenti commerciali della multinazionale. È quanto emerge dagli atti dell'inchiesta della Procura di Milano che ha portato agli arresti domiciliari il medico per corruzione e turbativa d'asta, anche indagato per casi di presunte lesioni su pazienti. Stando alle carte, sono proprio queste 62 protesi impiantate e, dunque, queste 62 operazioni quelle al centro dei nuovi accertamenti dei pm con il sequestro di altrettante cartelle cliniche. Secondo gli inquirenti, Confalonieri usò anche false «argomentazioni» per «giustificare il perdurante utilizzo delle protesi» della multinazionale.

Le intercettazioni
Ride quando parlando delle condizioni di salute compromesse di una paziente operata dice «invece dei punti gli ho messo una cerniera così la apro più facile» e, dopo che anche ad un'anziana ha rotto il femore, racconta che l'ha fatto «per allenarmi» in vista di un intervento in una casa di cura privata.
Sono intercettazioni scioccanti, che ricordano quelle terribili di quasi dieci anni fa del primario della Santa Rita Pier Paolo Brega Massone, alcune delle telefonate riportate nell'ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari il direttore della Divisione Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale Gaetano Pini di Milano, Norberto Confalonieri. I pm Eugenio Fusco e Letizia Mannella, coordinati dall' aggiunto Giulia Perrotti, avevano chiesto il carcere per il primario, noto per molte ospitate in tv, anche per una decina di casi di lesioni su pazienti (dalle carte ne risulterebbero anche altri), ma il gip Teresa De Pascale ha deciso per i domiciliari e solo per le accuse di corruzione e turbativa d' asta per i suoi rapporti con i «referenti commerciali» di due multinazionali, la Johnson&Johnson Medical spa e la B. Braun Milano spa, e per presunte mazzette intascate per favorire le loro forniture di protesi al Pini.


 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Marzo 2017, 16:47
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