Artigianato vincente: ecco Stefano, il ceramista che crea statue ispirate al Subbuteo e al Risiko

Artigianato vincente: ecco Stefano, il ceramista che crea statue ispirate al Subbuteo e al Risiko

di Luca Uccello
La crisi si supera con le idee ma anche con le proprie mani. Stefano Puzzo, 41 anni, ha cominciato fin da piccolo a farlo, con suo fratello Rizzardo, per gioco nella bottega di famiglia, dopo la scuola. L'argilla era il miglior amico con cui giocare, passare il tempo. Papà Michele e mamma Liliana avevano deciso di investire la loro liquidazione così, in macchinari, per continuare quello che già sapevano fare da una vita, da un'altra parte.

A Milano, al quartiere Dergano sembra di vivere in un'altra realtà. Tra pittori, artisti e scultori puoi trovare un vecchio spazzacamino ma anche falegnami, quelli di una volta. Tra questi tanti mestieri c'è anche quello delle ceramiche fatte a mano. Quella della famiglia Puzzo è una delle poche botteghe, se non l'unica, ad aver resistito, a produrre e guadagnare. «I nuovi mercati ti hanno tagliato le gambe, un tempo ti potevano bastare quattro-cinque clienti importanti per andare avanti. Oggi no. La crisi ha cambiato il nostro lavoro». Da lì «c'è stata una selezione naturale e chi non ha aveva le spalle forti non ha resistito, ha chiuso».

Il 1976 è l'anno di fondazione di questo storico laboratorio di ceramiche a gestione familiare ormai diventato un punto di riferimento per artisti e designer che ricercano opere realizzate a mano, in Italia, create ancora con il cuore. Ma non è stato semplice per uno come lui che col sorriso non nasconde di essere pigro: «Devo essere spronato a fare, poi non mi fermo più».

La svolta? Il Salone del Mobile del 2008. «Li ho messo per la prima volta la testa fuori, da lì il nostro laboratorio ha cominciato a farsi conoscere, essere conosciuto». È bastata una collezione di giocatori in ceramica realizzati come i mitici omini del Subbuteo per cominciare ad accendere i forni e non spegnerli più. Prima ancora dei carrarmati colorati tipo Risiko. Poi sono arrivati i serbatoi delle leggendarie Harley-Davidson, le mitiche All-Star. Da lì a poco si è visto pubblicare sulle migliori riviste di arredamento i suoi calciatori di ceramica, li ha visti anche nella stanza di qualche personaggio famoso: «Non ci potevo credere». Un po' di fortuna, tanta volontà hanno fatto il resto.

Stefano non è un artista, non ha questa pretesa. «Non lo voglio nemmeno essere, io sono un artigiano. Faccio cose che la gente ha già in testa anche se ho anch'io la mia creatività». Diploma da ragioniere in tasca ma «ho preferito continuare il lavoro di mio padre e mia madre. Me lo hanno insegnato loro, piano piano, anche se qui non si finisce mai d'imparare». «Da piccolo facevo ciotoline elementari, poi pupazzi, ora faccio quello che mi passa per la testa e la più grande soddisfazione è vedere a fine di ogni giornata il proprio lavoro».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Giugno 2017, 09:35
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