Aggressione con l'acido, Martina e Alexander condannati a 14 anni. Un milione di risarcimento - Leggi

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Quattordici anni di reclusione, più 3 anni di libertà vigilata a fine pena come misura di sicurezza. Questa la condanna per Alexander Boettcher e a Martina Levato, accusati di lesioni gravissime per aver aggredito con l’acido Pietro Barbini lo scorso 28 dicembre in via Carcano. Una sentenza pesante, quella emessa a carico del broker e della studentessa bocconiana dai giudici della nona sezione penale del Tribunale.





La coppia, arrestata subito dopo il blitz con l’acido, dovrà anche versare un milione di euro alla vittima, che è rimasta irrimediabilmente sfigurata, e 100mila euro a testa ai genitori. Si tratta di un anticipo sul risarcimento vero e proprio, che verrà quantificato in sede civile. Il pm Marcello Musso aveva chiesto di condannare la “coppia diabolica” a 15 anni. I due ragazzi, però, hanno scelto il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena. Il collegio presieduto da Anna Introini ha anche deciso di escludere l’aggravante della crudeltà contestata dall’accusa. Restano, invece, le aggravanti dei motivi abietti e della premeditazione.



Alla lettura della sentenza in aula c’era solo Boettcher, perché Martina, all’ottavo mese di gravidanza, si è sentita male e ha chiesto di rientrare a San Vittore. All’inizio dell’udienza, però, ha fatto in tempo a chiedere scusa a Pietro, suo ex compagno di liceo, e alla famiglia. «Sono dispiaciuta per quello che ho fatto», ha detto in aula, facendo anche qualche apertura selle responsabilità di Alexander. Il compagno, invece, in un memoriale di circa 40 pagine, invece, ha parlato di un patto stretto con la ragazza nel settembre scorso, prima di dare inizio alle “purificazioni” a base di acido muriatico, per punire gli uomini che l’avevano amata.



«Martina mi propose un accordo e mi disse: “io andrò in carcere per purificarmi, ma tu devi darmi un figlio”.
Le ho risposto che mi sembrava una cosa giusta» ha scritto il broker. Adesso, però, quel figlio tanto desiderato, Martina rischia di non vederlo crescere. I giudici, infatti, hanno trasmesso la sentenza alla procura del Tribunale per i Minorenni per capire se ci sia una situazione di grave incapacità genitoriale da parte della coppia. Se dovessero risultare inadatti a crescere il nascituro, in assenza di una rete familiare, il bambino potrebbe essere dichiarato adottabile.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Giugno 2015, 08:40
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