Sei anni d'indagine per arrivare alla sentenza: come li valuta?
«Un grande successo investigativo. È stata condotta un'indagine monumentale e molto complessa, data la mancanza di rapporti tra imputato e vittima. Il risultato è frutto di una felice intuizione investigativa, della scelta coraggiosa del ricorso al Dna e della determinazione del pm Letizia Ruggeri. Sono serviti anni per comparare tutti i profili biologici».
«Ci sono stati piccoli errori, che ne hanno rallentato il corso. Penso allo sbaglio effettuato nel 2012 quando il Dna è stato comparato con quello di Yara e non con quuello di Ignoto 1, ma in un'indagine tanto complessa l'errore umano ci può stare. C'era il rischio di non arrivare al responsabile, ora si può avere la condanna oltre ogni dubbio».
Cosa si aspetta?
«L'ergastolo. Ci sono tutti gli elementi. Il Dna è solo una delle prove. E la decisione della Corte di rigettare le richieste di perizie dice molto, quando accade non è buon segno per l'imputato».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Giugno 2016, 08:48
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