Ecco i 4 veleni bianchi che assumiamo tutti
i giorni e che ci stanno rovinando la salute

Ecco i 4 veleni bianchi che assumiamo tutti i giorni e che ci stanno rovinando la salute
ROMA - Sono considerati dei veri e proprio distruttori: rovinano la nostra salute in silenzio. Il bello è che li assumiamo nel nostro organismo tutti i giorni. Il caso vuole che questi 4 veleni siano bianchi: il colore della purezza, ma non in questo caso.



Il sale Dovremmo assumere 1 kg di sale all'anno, ma in realtà ne assumiamo ben 10 kg. Questo perchè è sovrabbondante in moltissimi alimenti confezionati, come snack, fritti, patatine ecc ecc. La sua assunzione eccessiva e duratura provoca: pressione alta, cattiva digestione, insonnia, tic nervosi, stanchezza cronica, perdita di calcio nelle ossa.



Lo zucchero Nessun adulto ha bisogno di assumere zucchero extra per la propria alimentazione, ma la verità è che fin da piccoli siamo abituati ad associare lo zucchero alla felicità. Sarà per questo che continuiamo ad assumerlo per tutto il resto della nostra vita. Alimenti ricchi di zucchero innescano un processo che produce insulina, che affatica moltissimo l'organismo e genera: senso di affaticamento, ridotta capacità di concentrazione, poca lucidità mentale, stanchezza cronica, picchi e cali repentini di energia durante la giornata e nel lungo periodo la possibilità del Diabete.



La farina bianca Rappresenta il terzo veleno, insieme a tutti gli alimenti che la contengono: pane, panini, pasta, impasti di ogni tipo, grissini e brioche. Quando mangiamo uno di questi alimenti, nel nostro organismo si forma una massa glutinosa che si muove lentamente e causa sonnolenza e costipazione. La soluzione? Assumere prodotti integrali: contengono grandi quantità di vitamine e proteine e soddisfano il nostro appetito.



Il latte Superati i due anni d'età, nel nostro organismo si riduce l'attività del 'lattasi', un enziama che permette l'assimilazione del latte: nell'età adulta questo enzima è praticamente inesistente. Tutto sfocia in un'intolleranza grave che può generare: gonfiori, irritazione del tratto intestinale, coliche, allergie, ecc.



Riceviamo e pubblichiamo



1. Non è vero che - dopo i due anni di età - il latte provochi in tutte le persone intolleranze, gonfiori, irritazioni del tratto intestinale. E' vero il contrario: il latte deve essere presente nella dieta quotidiana perché è un alimento fondamentale soprattutto nelle fasi dell'infanzia e dell'adolescenza e - salvo casi eccezionali - non dovrebbe mai essere allontanato dalla propria dieta. Le quantità da assumere quotidianamente sono quelle indicate dall'Inran (Istituto Nazionale della Nutrizione) che raccomanda 2/3 porzioni di latte/yogurt al giorno. Solo così si può raggiungere il necessario apporto quotidiano di calcio (senza dimenticare che il calcio contenuto in latte e formaggi è in assoluto quello maggiormente biodisponibile).

2. I sintomi descritti nell'articolo sono tipici dell'intolleranza al lattosio, patologia che riguarda solo il 4% circa degli adulti italiani. Purtroppo una disinformazione pericolosa, a volte supportata da test di dubbia valenza diagnostica, servizi di counseling poco professionali e siti internet scientificamente non affidabili inducono un crescente numero di persone a ritenersi erroneamente intolleranti al lattosio. Secondo l'Associazione Allergologi Immunologi Territoriali ed Ospedalieri (AAITO), almeno il 60% dei pazienti pratica cure errate per le allergie e intolleranze alimentari, modificando in peggio la propria alimentazione. La diagnosi errata di intolleranza alimentare spinge le persone a seguire dite povere e squilibrate. E nel caso della riduzione o dell'eliminazione del latte e dei latticini, in nome di una presunta intolleranza al lattosio, si incorre nel rischio di gravi patologie, quali l'osteoporosi, ma anche di molte patologie del nostro tempo, dalla sindrome metabolica, all'ipertensione, malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumore.

3. Anche in caso di intolleranza, non è necessario eliminare latte e derivati. E' sufficiente seguire alcune semplici regole quotidiane:

· Assumere la giusta quantità di lattosio. Ogni individuo tollera una certa quantità di lattosio per volta. Si può cominciare con meno di una tazza di latte aumentandone gradualmente l'assunzione. Una continua esposizione al lattosio aumenta l’efficienza metabolica dei batteri intestinali nei confronti del lattosio stesso, determinando una sintomatologia più attenuata e migliorandone la tolleranza. Infatti, consumare regolarmente piccole quantità di lattosio “aggiusta” la flora batterica del colon che impara a digerirlo, permettendo così il consumo di quantità maggiori. I 12 grammi di lattosio contenuti in una tazza di latte, risultano idonei al consumo per la stragrande maggioranza degli intolleranti.

· Consumare il latte insieme ad altri alimenti, com’è d'abitudine per la prima colazione. In questo modo si rallenta lo svuotamento gastrico e il transito intestinale, consentendo alla lattasi residua un maggior tempo di digestione.

· Scegliere saggiamente tra i vari tipi di latte e latticini. Consumare latte delattosato; il cosiddetto latte ad alta digeribilità rappresenta un valido ausilio nei casi più gravi e contiene la stessa quantità di nutrienti del latte, calcio compreso; lo si può acquistare in tutti i punti vendita. Preferire i formaggi stagionati; hanno pochissimo lattosio e quindi sono ben tollerati. Anche lo yogurt apporta quantitativi ridotti di lattosio ed inoltre contiene lattasi, che aiuta nella digestione.

· Integrare la lattasi. In farmacia si trovano complementi di lattasi da sciogliere nel latte per eliminarne il lattosio oppure, sotto forma di capsule, gomme, tavolette e soluzioni, da assumere poco prima del consumo di latticini.

· Non farsi condizionare dalle paure o dai pregiudizi. Nell’intolleranza al lattosio entrano in gioco anche fattori psicologici: chi crede di essere intollerante al lattosio, quando sa di ingerirlo, tende a ingigantirne i sintomi.


Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Ottobre 2014, 14:15
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