Uccise una dottoressa 15 anni fa,
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Uccise una dottoressa 15 anni fa, 44enne si suicida in carcere
Sulla sua terribile decisione di farla finita potrebbe avere inciso quel colloquio di pochi giorni fa con un magistrato, quando aveva saputo di essere sospettato di coinvolgimento in un presunto traffico di stupefacenti nel carcere di Padova. Per questo motivo da una decina di giorni il magistrato di sorveglianza gli aveva sospeso il permesso di lavorare all'esterno. Giovanni Pucci, 44 anni, elettricista di Castrignano d Greci (Lecce), stato trovato morto impiccato nella sua cella nel carcere padovano. Quasi nessun dubbio che si tratti di un suicidio.





Pucci, con un passato da tossicodipendente, stava scontando una condanna a 30 anni di reclusione per omicidio e sequestro di persona. Fu lui, poi reo confesso, la notte tra il 24 e il 25 aprile 1999 ad uccidere con colpi di cacciavite alla testa la dottoressa Maria Monteduro, 40 anni, che era in servizio di guardia medica a Gagliano del Capo (Lecce), comune in cui era anche assessore ai Servizi sociali. Al momento del delitto, secondo investigatori e giudici, Pucci era sotto l'effetto di un cocktail di stupefacenti.



Per quell'omicidio, Pucci era stato condannato all'ergastolo nei tre gradi di giudizio, pena poi rideterminata definitivamente in 30 anni dalla Cassazione il 10 gennaio scorso su ricorso dei difensori (gli avvocati Luca Puce e Giuseppe Stefanelli, del foro di Lecce). La rideterminazione della pena aveva aperto per lui una serie di benefici, tant'è che aveva ottenuto di lavorare fuori dal carcere come elettricista e aveva un contratto a tempo indeterminato. Pucci usciva al mattino dal carcere e rientrava la sera per dormirvi; l'anno scorso si era anche sposato. Sulla carta avrebbe finito di espiare la pena nel 2021, ma il suo comportamento in carcere, fino a ieri irreprensibile, probabilmente gli avrebbe fatto anticipare quella scadenza.











Il delitto di cui si era macchiato Pucci destò all'epoca scalpore soprattutto per la sua brutalità. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Pucci uccise la dottoressa colpendola alla testa con un cacciavite dopo averla costretta a salire a bordo della sua Renault 19 e aver imboccato un viottolo di campagna. Per gli inquirenti ci sarebbe stato anche un tentativo di violenza sessuale.



Pucci scomparve subito dopo il delitto ma venne rintracciato e arrestato cinque mesi dopo, il 24 settembre 1999, in Kazakistan, dov'era andato a trovare il padre, e fu estradato quattro giorni dopo. L'uomo confessò l'omicidio, anche se la sua versione dei fatti venne ritenuta dagli investigatori comunque piena di contraddizioni. Nell'inchiesta finirono anche un paio di presunti favoreggiatori, ma alla fine Pucci è stato l'unico a finire sotto processo e ad essere condannato. Il 2 ottobre 1999, a poca distanza dal luogo del ritrovamento del cadavere, fu trovata nel terreno l'arma del delitto, un cacciavite lungo una ventina di centimetri. Poi, nel giro di quattro anni, i diversi gradi di giudizio con una sentenza sempre identica: ergastolo. Fino a quella rideterminazione della pena ottenuta dalla Cassazione ad inizio 2014 che aveva aperto per Pucci la strada del reinserimento nella società. Percorso interrottosi definitivamente, e all'improvviso, la notte scorsa.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Luglio 2014, 19:07
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