
Gli omicidi sono avvenuti a pochi minuti di distanza, in luoghi diversi di Ortona. Letizia è stata colpita nell'androne del palazzo del quartiere San Giuseppe, dove era andata a vivere ospite di un'amica. Laura è stata raggiunta a casa sua, in contrada Tamarete, non lontano dal luogo del primo omicidio. All'inizio del lungo interrogatorio dinanzi al pm della Procura di Chieti Giancarlo Ciani, Marfisi ieri in tarda serata ha ammesso le sue responsabilità, dicendo di aver fatto una stupidaggine, di avere sbagliato. Lo avrebbe ripetuto continuamente, dando l'impressione di non essersi reso conto di ciò che ha fatto. E domani, dinanzi al gip del Tribunale di Chieti Luca De Ninis, vedrà di nuovo il suo legale, l'avvocato Rocco Giancristofaro, per l'interrogatorio di convalida dell'arresto operato in flagranza dai Carabinieri.

L'uomo potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, ma la scelta sulla condotta processuale da tenere verrà fatta solo domani, quando avvocato e indagato si incontreranno per la seconda volta e dovranno decidere se nominare un consulente di parte in vista delle autopsie. Nell'unico interrogatorio reso finora, al Pm che coordina le indagini Marfisi ha detto di aver agito in preda a un raptus, convinto che ci fosse una relazione fra la moglie e la sua amica alla quale attribuiva la responsabilità della fine del suo matrimonio. Un aspetto, quest'ultimo, che qualora Marfisi decidesse di rispondere alle domande del Gip, sarebbe oggetto di approfondimento.

L'uomo ha anche detto che intendeva solo spaventare la moglie e convincerla a tornare con lui, ma al tempo stesso ha agito con determinazione anche nei confronti dell'altra donna che, sempre a suo dire, lo avrebbe deriso e provocato, facendogli perdere la testa.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Aprile 2017, 20:30
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