In quella roulotte, sommariamente riscaldata, Bruno, sua moglie, la figlia di 12 anni e la suocera non riuscivano a dormire. Verso l'una di notte l'uomo ha accusato un malore. La moglie ha subito chiamato la guardia medica, che ha allertato l'ospedale di L'Aquila. Un' ambulanza è partita per prelevarlo e trasportarlo al pronto soccorso. Medico e infermiere lo hanno trovato in condizioni critiche. Nell'ambulanza hanno tentato di rianimarlo ma non c'è stato nulla da fare. L'uomo è arrivato morto al 'S.Salvatorè: causa del decesso un infarto.
Bruno Anzuini era conosciuto da tutti in paese. Il suo incarico era quello di operatore ecologico: spazzava strade e marciapiedi, contribuiva a tenere pulito il paese e le numerose frazioni del circondario. «Per noi - dice il sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi - la morte di Bruno è una tragedia. A me provoca una grande rabbia, perchè è una vittima del terremoto. Sì, era malato, ma lo stress di questi giorni, il fatto di dormire nella roulotte, il freddo polare di questi ultimi giorni: non posso evitare di pensare che sia stato questo ad ucciderlo».
A Montereale la situazione post-terremoto è pesante.
Il paese, di fatto, è stato completamente abbandonato. Nessuno, per paura di nuove scosse, date per molto probabili dai sismologi, dorme più in casa. Nessun negozio è aperto. Alle cinque del pomeriggio le strade del paese sono deserte come fosse mezzanotte. «È un destino al quale dobbiamo ribellarci - dice il sindaco - perchè non possiamo accettare che, passata l'emergenza dei primissimi giorni, il paese venga lasciato morire». Già due giorni dopo le scosse del 18 gennaio, era morta una novantenne portata con altri anziani in una struttura del distretto sanitario di Montereale, ancora agibile. Ora arriva la morte del 52enne: la roulotte è ancora parcheggiata nella neve, davanti alla sua casa. Ma dentro non c'è più nessuno.
Ultimo aggiornamento: Domenica 29 Gennaio 2017, 09:13
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