Cucchi, i sindacati di polizia all'attacco.
Il Sappe querela Ilaria e attacca Celentano

Cucchi, sindacati di polizia contro Ilaria e Celentano
ROMA - «Il procuratore Pignatone si è impegnato a rivedere tutti gli atti sin dall'inizio», ha detto Ilaria Cucchi dopo l'incontro con il capo della Procura durato una decina di minuti. Soddisfazione è stata espressa dai famigliari di Stefano.



«Con animo sereno e senza pregiudizi, nè positivi nè negativi, procederemo ad una rilettura di tutte le carte dell'inchiesta con riferimento alle posizioni che non sono state oggetto di indagine. Lette anche le motivazioni della corte di assise di appello prenderemo le nostre decisioni», ha detto il procuratore Giuseppe Pignatone sul caso Cucchi.



IL SAPPE QUERELA ILARIA CUCCHI Il sindacato di polizia penitenziaria Sappe ha depositato a Roma una querela nei confronti di Ilaria Cucchi. Lo rende noto lo stesso sindacato in una nota, in cui afferma: «Dopo essersi improvvisata aspirante deputato prendiamo atto che Ilaria Cucchi vorrebbe ora vestire i panni di pm magari consegnando quelli da giudice al suo difensore per confezionare una sentenza sulla morte del fratello Stefano che più la soddisfi».



«Bisogna finirla con essere garantisti a intermittenza, rispettando le sentenze solo quando queste fanno comodo», afferma Donato Capece, segretario generale del Sappe. «Bisognerebbe mostrare pubblicamente anche le 250 fotografie fatte prima dell'esame autoptico (che dimostrano che sul corpo di Stefano Cucchi non c'era nulla) e non sempre e solo quella, terribile, scattata dopo l'autopsia e che presenta i classici segni del livor mortis. E quali sono le presunte nuove prove sulla morte del giovane che non sono state portate in dibattimento».



Capece, nel sottolineare che il Sappe per scelta ha avuto fino ad oggi un «profilo basso» sulla vicenda, non accetta «giudizi e illazioni contro la Polizia Penitenziaria, i cui appartenenti sono stati assolti due volte dalle gravi accuse formulate nei loro confronti», trova pretestuosa anche la proposta di intitolare una strada di Roma a Stefano Cucchi: «È una proposta demagogica e strumentale».



«L'insieme delle dichiarazioni diffuse da Ilaria Cucchi - aggiunge Capece, rendendo noto che nei giorni scorsi il Sappe ha presentato querela contro Ilaria Cucchi - pare, con ogni evidenza, voler istigare all'odio e al sospetto nei confronti dell'intera categoria di soggetti operanti nell'ambito del comparto sicurezza, con particolare riferimento a chi, per espressa attribuzione di legge, si occupa della custodia di soggetti in stato di arresto o detenzione. Questo non lo possiamo accettare. Proprio per questo abbiamo deciso di adire le vie legali nei confronti della signora Cucchi: a difesa dell'onore e del decoro della Polizia Penitenziaria».



“CELENTANO FACCIA IL CANTANTE” «Ognuno è libero di dire quel che vuole, ma poi si corre il rischio di mettere in evidenza la propria ignoranza. È il caso di Adriano Celentano». Lo dichiara Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commentando l'intervento di Adriano Celentano sul caso Cucchi.



«Celentano è tanto ignorante da non sapere che in Italia non esistono guardie carcerarie ma, soprattutto, che i poliziotti penitenziari coinvolti nella vicenda giudiziaria sulla morte di Stefano Cucchi, sono stati assolti due volte dalle gravi accuse formulate nei loro confronti. Lo preferiamo come cantante, Celentano. Almeno evita di dire stupidaggini… - prosegue Capece - Celentano ci aveva regalato un'altra perla del suo garantismo a intermittenza qualche tempo fa, quando chiese la grazia per Fabrizio Corona, che sconta una pena in carcere per essere stato condannato con sentenze definitive».



«Celentano sappia che da sempre l'impegno del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, ilSAPPE, è stato ed è quello di rendere il carcere una »casa di vetro - conclude la nota - Negli ultimi vent'anni anni, dal 1992 al 2012, abbiamo salvato la vita, in tutta Italia, ad oltre 17.000 detenuti che hanno tentato il suicidio ed ai quasi 119mila che hanno posto in essere atti di autolesionismo, molti deturpandosi anche violentemente il proprio corpo. Altro che le gravi accuse e illazioni di un cantante che evidentemente non ha più nulla da dire«.



COISP: UNA STRADA PER UN UOMO ARRESTATO PER DROGA? «In Campidoglio ritengono di dover celebrare il ricordo di una persona deceduta dopo essere stata arrestata per droga? E perchè? Qual è il senso? Qual è il messaggio?». Se lo chiede il sindacato di polizia Coisp commentando la decisione dell'amministrazione comunale di intitolare una strada al geometra romano morto una settimana dopo l'arresto e sul quale furono riscontrate lesioni riconducibili ad un pestaggio.



Il segretario del Coisp Franco Maccari si dice «costernato per una decisione della quale non si comprende minimamente il fondamento». «Forse si vuol celebrare un'asserita inefficienza del sistema Giustizia? E perchè? Qual è il senso? Qual è il messaggio? Ma qualcuno se lo è chiesto veramente o l'unica preoccupazione è dire e fare quel qualcosa che garantisca un ritorno mediatico oltre tutto di dubbio valore?», si chiede ancora.



«Abbiamo perso il conto di quanti leali e valorosi appartenenti alle Forze dell'Ordine, il cui sangue è stato versato barbaramente mentre erano in servizio, sono stati lasciati assieme alle loro famiglie nell'oblio più assoluto e senza alcun serio supporto economico - conclude - ogni volta che passeremo per quella strada o per quella piazza tenendo per mano un bambino gli spiegheremo 'vedi, questa via porta il nome di una persona che tutti abbiamo voluto celebrare perche»... Ma continueremo a non saper trovare per questa frase una conclusione che sentiamo di voler inculcare ai nostri figli«.



LE PAROLE DI CELENTANO «Ciao Stefano! Hai capito adesso in che mondo vivevi? Certo dove sei ora è tutta un'altra cosa. L'aria che respiri ha finalmente un sapore. Quel sapore di aria pura che non ha niente a che vedere con quella maleodorante che respiravi qui sulla terra.Lì c'è la LUCE,la LUCE vera!Che non è quella flebile e malata di quei giudici »ignavi« che, come diceva Dante,sono anime senza lode e senza infamia e proprio perchè non si schierano nè dalla parte del bene e nè da quella del male sono i più pericolosi, e giustamente il Poeta li condanna». Così Celentano ricorda sul suo blog Stefano Cucchi.



«Ma adesso dove sei tu è tutto diverso. Lì si respira l'AMORE del »Padre che perdona« - scrive Celentano sul suo blog rivolto a Stefano Cucchi- e non di chi ti ha picchiato e massacrato fino a farti morire. Sei finalmente libero di amare e scorrazzare fra le bellezze del Creato, senza più il timore che qualche guardia carceraria ti rincorra per ucciderti. Perchè dove sei tu non si può morire. La morte non è che un privilegio dei comuni mortali e quindi proibito a chi non ha la fortuna di nascere. Un privilegio dell'ANIMA che, se non la uccidiamo del tutto, ci riconduce alla Vita ETERNA».
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Novembre 2014, 13:43
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