«Mio figlio escluso dalla gita perché disabile:
piangeva disperato»
di Serenella Bettin
«Giovedì 14 aprile - racconta la mamma mostrandoci l'agenda - vengo convocata dalla scuola. All'incontro c’era la dirigente, l'operatore dell'Ulss, l'insegnante di sostegno e un'altra docente. Mi hanno detto che mio figlio in gita non sarebbe potuto andare. Mi hanno detto che lì ci sono i laboratori, le cose di vetro, le scale troppo piccole e qualora avesse manifestato problemi di comportamento sarebbe stato difficile tenerlo. Così la preside ha espressamente detto che sarebbe dovuto rimanere a scuola».
Il ragazzo, che usufruisce del Pei (Piano educativo individualizzato), per andare in gita avrebbe dovuto avere l'autorizzazione da parte dell'azienda sanitaria, perché seguito da un operatore che - secondo la madre - aveva dato la propria disponibilità ad accompagnarlo. «L'autorizzazione - spiega la mamma - andava chiesta 20 giorni prima, ma la scuola non l'ha mai fatto. Quando mi sono sentita dire che mio figlio non poteva andare, all'inizio ho lasciato correre. Poi lui ha capito di essere stato escluso e quando ho visto il suo pianto disperato, non ci ho più visto».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Aprile 2016, 18:17
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