Scuola, Sud ultimo nella Ue: tra dispersione
e laureati i numeri di un Paese diviso

Scuola, Sud ultimo nella Ue: tra dispersione ​e laureati i numeri di un Paese diviso

di Marco Esposito
ROMA - Conoscenza. La parola chiave nella strategia che si data l'Europa per il 2020 ha molto a che fare con l'istruzione.

Senza conoscenza, senza un'elevata percentuale di persone laureate, non c'è sviluppo economico e sociale possibile. Se questa è la direzione di marcia, il Mezzogiorno d'Italia rappresenta oggi il territorio d'Europa che, in modo quasi sperimentale, evidenzia cosa «non» si dovrebbe fare.



Il primo, colossale, divario, si ha sugli asili nido e i servizi per l'infanzia. Un piccolo su tre, secondo la Ue, dovrebbe frequentare gli asili nido e ciò non soltanto per consentire a entrambi i genitori di lavorare, ma perché la scolarizzazione precoce non è intrattenimento ma il primo tassello della formazione. Con risultati che, secondo doversi studi, sono riscontrabili alle elementari.



Nessuna regione italiana, neppure l'Emilia Romagna, raggiunge il mitico 33% indicato dall'Europa per i piccoli entro i tre anni. Ma mentre l'Emilia è al 25% (quindi prende in carico un bambino ogni quattro) la Campania è al 2% e il Sud nel suo insieme al 5%.

Il Mezzogiorno, quindi, sconta una «falsa partenza» del proprio sistema scolastico, visto che la maggioranza dei bambini arriva sui banchi della scuola primaria senza essere mai stato in un'aula. I test dell'Invalsi e i confronti internazionali dei report Ocse-Pisa, in effetti, segnalano un differenziale di competenze sin dalle prime rilevazionI, ma quel che è più grave è che al crescere degli anni di studio cresce anche il divario fra i ragazzi che frequentano le scuole del Mezzogiorno e quelli del resto d'Italia, anzi del resto del mondo.



Sull'efficacia dei test come misuratori oggettivi di competenze, va segnalato, c'è molto dibattito. Però almeno in una materia, la matematica, la formula dei quesiti è un efficace strumento di valutazione.

A 15 anni d'età, un campione di studenti di tutto il mondo è sottoposto a una serie di test per confrontarne le competenze. In base alle risposte fornite, i ragazzi sono divisi in sei livelli di competenza matematica e si considera minimo sufficiente il livello 2, mentre i livelli 5 e 6 sono gli eccellenti. Ebbene: l'Italia nel suo insieme vede appena il 10% di eccellenti (contro il 15% in Germania e il 19% in Belgio e Olanda), mentre sono quasi il 25% quelli che si ritrovano al livello di competenza 1 se non addirittura inferiore al livello 1.



E i divari regionali sono fortissimi: i geni in matematica sono appena il 4,5% e il 2,5% in Sicilia, ovvero valori pari alla metà o a un quarto del già mediocre standard nazionale. Per contro gli incompetenti in matematica al Sud dilagano al 34,5% con un picco del 45% in Calabria. Frequentare regolarmente la scuola e non raggiungere le competenze minime nel far di conto è il secondo fallimento del sistema scolastico del Sud.




Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Settembre 2014, 12:47