Riforme, via libera della Camera al ddl Boschi.
Comitato del no: numeri ok per il referendum

Riforme, via libera della Camera al ddl Boschi. Comitato del no: numeri ok per il referendum

di Alessandra Severini
ROMA- La Camera dice sì al ddl Boschi con 367 sì, 194 contrari e cinque astenuti. Il disegno di legge costituzionale dovrà ora passare nuovamente al vaglio del Senato e ritornare, per il via libera definitivo, alla Camera, anche se il testo non è più modificabile. L'iter parlamentare dovrebbe concludersi ad aprile, ma il vero ostacolo per l'entrata in vigore della riforma sarà il referendum confermativo che dovrebbe tenersi in autunno.


l Comitato per il No già affila le armi e promette una mobilitazione immediata per evitare “che il 2016 consacri la fine della Repubblica nata 70 anni fa”.

La campagna referendaria contro le riforme costituzionali partirà subito e il Comitato è convinto che ci sono già i numeri sufficienti a chiedere il referendum. Vi aderirà infatti al completo Sinistra italiana, il movimento “Possibile” di Pippo Civati ed il M5s.

Questo non impedisce al premier Renzi, che ha legato la stessa sopravvivenza del governo all'esito del referendum, di esultare per il risultato di ieri a Montecitorio: «Maggioranza schiacciante in attesa di conoscere il voto dei cittadini in autunno - ha scritto il premier - Due anni fa nessuno scommetteva un centesimo sul fatto che questo Parlamento facesse le riforme. E invece è tornata la politica, è tornata l'Italia».

Il voto alla Camera comunque non presentava particolari insidie per il governo, con i voti favorevoli arrivati da Pd, centristi e ex azzurri vicini a Verdini. Una protesta vivace invece e stata inscenata da tutto il gruppo parlamentare M5S che ha esibito bandiere tricolore per rivendicare «l'orgoglio del Paese che si oppone al governo del Pd».

Tra le maggiori novità della riforma, va ricordata la fine del bicameralismo perfetto con il Senato che sarà composto da 95 senatori eletti dai Consigli regionali ma con legittimazione popolare.

Il Senato avrà meno poteri legislativi: la competenza sarà piena solo su riforme e leggi costituzionali, mentre per le leggi ordinarie potrà solo chiedere alla Camera di modificarle senza che Montecitorio sia obbligata a farlo.
Altra novità rilevante è l’abolizione delle materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni. Alcune competenze strategiche – come energia, infrastrutture e sistema di protezione civile – ritorneranno inoltre di competenza dello Stato.

Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Gennaio 2016, 08:03
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