Ricatto a luci rosse all'operaia incinta
per costringerla a licenziarsi

Ricatto a luci rosse all'operaia incinta per costringerla a licenziarsi

di Roberto Ortolan
Ricatto a luci rosse all’operaia incinta per costringerla a licenziarsi: una condanna e due assoluzioni, una per "insufficienza di prove" l’altra con formula piena. Secondo l’accusa i tre imputati - un'imprenditrice, il marito e un detective privato - accusati di tentata estorsione con ruoli e responsabilità diversificate, avrebbero fatto pressione sulla dipendente 36enne per obbligarla a licenziarsi.



L’imprenditrice, per l’accusa, avrebbe detto all’operaia d’essere in possesso di foto e filmati compromettenti (mentre amoreggiava con un collega di lavoro, ndr) che le avrebbero "fatto saltare" il matrimonio. Pressioni che, sempre l’accusa, avrebbero ripetuto anche il marito e il detective privato, seppure in forma molto più blanda. La dipendente, invece di chinare la testa e subire il ricatto, ha denunciato i titolari e l’investigatore ai carabinieri.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Aprile 2015, 15:12