Omicidio stradale, verso il via libera:
stretta in arrivo sui killer al volante
di Nino Cirillo
Accade mentre il sangue dei ragazzi continua a scorrere sulle strade, mentre gli ubriachi e i drogati che uccidono vengono subito scarcerati, mentre i processi si concludono con condanne ridicole.
E' un appuntamento con un Paese più civile, insomma, e anche con almeno due novità molto attese, perché questa strage s'interrompa. La prima, già annunciata in estate, è l'ergastolo per la patente: il ritiro a vita del permesso di condurre un'auto a chi ha provocato la morte sotto l'effetto di alcol e droga o guidando a folle velocità. La seconda è l'introduzione del reato di omicidio stradale, più complessa sotto l'aspetto formale, per le strettoie giuridiche che comporta, ma ugualmente decisiva.
A LUGLIO IL PRIMO SÌ Il regista di questa riforma è il vice ministro dei Trasporti Enrico Nencini. È a lui che il ministro Lupi ha affidato la delega («Se è per questo, ho da riformare anche il codice degli appalti. Non mi faccio mancare niente...»), è lui che ha strappato il primo simbolico sì al progetto, a metà luglio in commissione Lavori pubblici. Ed è sempre lui che ha fatto discutere e approvare emendamento su emendamento fino a ieri, fino alla vigilia della discussione in aula.
Sa di essere a buon punto, Nencini, ma non promette la luna: «Sarei felice se fra un anno, nell'autunno 2015, fra passaggi in Senato e formulazione degli articoli, questo Codice della strada diventasse realtà». Ma già ne anticipa le linee uida: «Tre filoni, direi. Innanzitutto la semplificazione. Non posso dirvi ora a quanti articoli si passerà dai 245 attuali. Ma ci sarà sicuramente un alleggerimento dell'impianto. Poi l'inasprimento delle pene insieme all'introduzione dell'ergastolo della patente e del reato di omicidio stradale. E infine una più incisiva tutela delle utenze deboli della strada, i soggetti più vulnerabili, e cioè pedoni, ciclisti e anziani».
L'ITALIA VA AVANTI Ma c'è chi sostiene che per introdurre un nuovo reato bisogna passare attraverso la riforma anche del codice penale -prevista pure quella- e quindi con tempi molto più lunghi. Nencini non demorde: «Nel testo oggi a Montecitorio abbiamo scritto testualmente che l'omicidio stradale può essere introdotto ANCHE attraverso la revisione del codice penale. E su quell'anche abbiamo chiesto e ottenuto l'ok della commissione Giustizia. Lo sfrutteremo».
Eppure l'Italia sta facendo passi avanti, il meccanismo della patente a punti, come sottolineano indistintamente tutte le associazioni e lo stesso Nencini, ha funzionato davvero. Nell'arco di una decina d'anni sono state dimezzati i morti sulle nostre strada, da sette-ottomila ogni anno a 3.500-4.000. Non siamo ancora agli standard dei paesi europei più avanzati, ma ci stiamo avvicinando. Il problema è piuttosto un altro, è che un terzo di queste vittima risulta causato da solo da alcol, droga e alta velocità.
Lo sa anche Domenico Musicco, presidente dell'Avisl, che questa mattina con una delegazione sarà in udienza dal Papa («Sappiamo che è particolarmente sensibili, sappiamo che ha perso un nipote in un incidente quest'estate») e poi incontrerà proprio il vice ministro Nencini: «Ma dobbiamo continuare a batterci per l'inasprimento delle pene. Chi uccide non può continuare a rischiare solo fra i due e i sette anni, con l'aggravante di alcol e droga fra i tre e i dieci. La nostra proposta è di portare l'omicidio al volante fino a un massimo di sedici anni di carcere. Le pena che si decidono oggi nei nostri tribunali, fra un benificio e l'altro, sono un insulto alla civiltà».
APPUNTAMENTI NEI LICEI Tanto è stato fatto, tanto resta da fare. «Se avessi due soldi in più -sospira Nencini- finanzierei dei corsi per la guida sicura». Intanto il viceministro ha fissato due appuntamenti in altrettanti licei romani, il 15 al Newton e il 29 al Virgilio. Cosa dirà ai ragazzi? «Ha presente le modelle di Toscani contro l'anoressia? Ecco, punterò su parole e immagini forti, c'è da scuotere le coscienze».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Ottobre 2014, 13:23