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A Bagnoli arrivano i profughi: ecco com'è messa l'ex base

di Nicola Benvenuti
BAGNOLI - Migranti e profughi in arrivo a Bagnoli di Sopra, ma non solo.

È quanto è stato comunicato ieri mattina al primo cittadino Roberto Milan, ricevuto dal Prefetto di Padova Patrizia Impresa, alla testa di una piccola delegazione di cui facevano parte anche gli assessori del Comune del Conselvano Oriano Zerbetto e Donatella Chiggio, oltre al presidente della Provincia di Padova Enoch Soranzo.

A dare la notizia lo stesso Milan: «La nostra azione insistente ha avuto effetto, la dottoressa Impresa ha compreso la difficoltà di collocare in una zona isolata come la ex base aerea di San Siro tanta gente e ci ha assicurato che ne arriveranno al massimo 100/120, sistemati in strutture prefabbricate, rispetto all'ipotesi originaria che voleva a Bagnoli almeno 7/800 migranti» afferma Milan, per il quale «anche in altri tre o quattro comuni della Provincia sarà necessario creare strutture analoghe. A breve verranno indicati i luoghi», assicurando di non aver ricevuto maggiori dettagli dall'alto funzionario governativo.











A questa soluzione secondo il sindaco «si è arrivati per il rifiuto di trovare un’intesa che potesse dare luogo ad un’ipotesi di accoglienza diffusa, con i profughi suddivisi in piccoli nuclei tra tutti i comuni della Provincia».

Principale accusato è il sindaco del capoluogo Massimo Bitonci «che con un no preconcetto ha messo in discussione tutto l'impianto di cui si era fatto promotore lo stesso presidente della provincia Soranzo». Per quanto concerne San Siro di Bagnoli «abbiamo avuto ampie rassicurazioni che vi sarà all'interno dell'area destinata all'accoglienza dei migranti una sorveglianza attiva continua da parte della cooperativa che svolgerà il servizio, mentre all'esterno sarà sempre presente una presidio delle forze dell'ordine nell'arco delle 24 ore», è ancora il sindaco Milan che parla e che rivela un ulteriore e curioso particolare.

«Per tutelare le famiglie che risiedono nei pressi della base, una addirittura abita in una casa all'interno, acquistata alcuni anni or sono, verranno rafforzate le barriere che separano la zona abitata dai nostri residenti, ma dovrebbe anche venir assicurato il trasporto nei centri vicini per evitare che i migranti vaghino senza meta nelle nostre campagne» precisa Roberto Milan.

Una sorta di bus-navetta per consentire agli stranieri di raggiungere centri abitati del circondario, dove poter fare qualche acquisto o usufruire di qualche servizio, proprio come quando la base ospitava i soldati di leva che venivano accompagnati a Conselve in libera uscita, per una pizza o per andare al cinema. Roberto Milan ne approfitta per un nuovo appello, una sorta di ultima chiamata rivolta ai colleghi sindaci: «Formulo l'auspicio che si possa trovare ancora un’intesa tra amministrazioni locali, per dare corpo all'accoglienza diffusa; in tal modo i centri di raccolta di San Siro e quelli che la Prefettura si appresta a realizzare in Provincia di Padova, potrebbero essere svuotati, contribuendo così a rasserenare gli animi preoccupati dei nostri cittadini».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Settembre 2015, 12:09