Prof. uccisa, intercettazioni e sim scambiate:
​"Ecco come abbiamo risolto il caso"

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di Simone Pierini
Una vicenda complessa, fatta di intrecci e personaggi particolari. Il caso Rosboch è giunto a un punto quasi definitivo e il comandante del reparto investigativo di Torino, il colonnello Domenico Mascoli, ha commentato così a La Stampa il metodo che li ha portati sulle tracce di Gabriele Defilippi e Roberto Obert. Un lavoro di intercettazioni telefonici, tabulati e schede sim passate da un telefono all'altro. 

"Un mese fa avevamo un numero notevole di tabulati da controllare, le sim della famiglia Defilippi-Abbattista più quelli di Gloria Rosboch - ha spiegato il colonnello nell'intervista rilasciata al quotidiano piemontese - Scopriamo che il telefono accoppiato con la scheda di Defilippi, il 13 gennaio viene spento alle 12. E qui c’è il primo errore: in tempo per essere agganciato dalla cella di Busano. Resta spento sino alle 21.54, quando raccoglie le telefonate perse, sms e altro. In quel momento non sappiamo nemmeno chi è Roberto Obert".  
 


"Il numero di Obert compare nel pomeriggio dell’11 gennaio - prosegue il colonnello Mascoli - registrato dalla cella di Volpiano. Obert, con la sua scheda che noi definiamo come Obert1, chiama il carro-attrezzi (Gabriele era rimasto vittima di un incidente stradale). Così accertiamo che è in stretto contatto con Gabriele. Il secondo passaggio è l’identificazione della scheda dedicata, come accerteremo poi, solo al delitto: la Obert2. Scopriamo che l’impulso delle delle Sim 1 e 2 vengono agganciate contemporaneamente dalla cella. Deduzione: l’apparecchio con Obert2 l’ha in mano un’altra persona: Gabriele Defilippi".

Ecco che i due numeri iniziano a generare traffico sospetto: è il 13 gennaio. "Le Sim Obert1 e 2 cominciano a generare traffico - spiega a La Stampa - Gabriele-Obert2, a Rivarolo dove lo ha accompagnato la madre in auto, chiama Obert1 perché lo venga a prendere. I due vanno a recuperare la seconda auto, una Twingo, e vanno a Castellamonte. Obert con la Mini gialla. Defilippi con la Twingo. Incontra Gloria e le dice che alle 15 sarebbe stato lì con l’uomo, più grande, che aveva i suoi soldi per restituirglieli. Lei accetta. Lui, con la sim 2 informa il complice che Gloria ha accettato e di tornare alle 15. Lui resta lì, in attesa".

Poi la seconda sim sparisce. "Sappiamo che le viene dato fuoco - dice - Mentre la Obert1 riprende a raccogliere dati. Sul telefono LG che ha utilizzato Gabriele, invece di distruggerlo come sarebbe stato logico, viene inserita una terza scheda di Obert. Quando abbiamo convocato in caserma Roberto Obert, ero sicuro di arrestarlo, anche se non avesse confessato".

Infine sui possibili movimenti di Caterina Abbattista, che potrebbe aver incontrato Gabriele dopo il delitto. "È possibile - conclude il colonnello nell'intervista - L’impulso risale alle 19. A quell’ora Abbattista afferma di essere stata in servizio, come infermiera, in ospedale ad Ivrea. Potrebbe essere uscita senza bollare. All’inizio pensavamo che il cadavere di Gloria potesse essere finito nel lago di Candia o dintorni. La madre potrebbe avere incontrato il figlio per discutere dell’ultima fase del delitto, la distruzione dei vestiti e della borsa blu di Gloria, o per aiutarlo psicologicamente dopo l’accaduto. Poi la scheda della madre viene di nuovo agganciata ad Ivrea, zona ospedale".  

   

Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Febbraio 2016, 14:41
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