Ponte crollato, riaperta l'A14. "Più ditte al lavoro". Nessun indagato
MOLTE DITTE AL LAVORO Nel cantiere del ponte crollato sull'A14 lavoravano almeno due ditte, «ma ce ne sono anche altre che stiamo cercando di individuare». Lo hanno detto il procuratore di Ancona Elisabetta Melotti e il pm titolare dell'inchiesta Irene Bilotta. Oltre alla Delabech srl di Roma, che stava lavorando in subappalto per conto della Pavimental, società controllata di Autostrade, c'era anche il Gruppo Nori srl di Castelnuovo di Porto (Roma). Diversi anche gli operai al lavoro, almeno due squadre. «Non conosciamo ancora il numero degli operai presenti, oltre a quelli che sono stati soccorsi», ha detto Bilotta, aggiungendo di «non avere riscontri» su operai che sarebbero fuggiti dopo il crollo, secondo alcune voci raccolte sul posto. Gli operai erano in parte romeni (come i tre rimasti feriti) e in parte italiani, e si trovavano da un lato e dall'altro del cavalcavia, in corrispondenza dei sostegni provvisori che servivano per il sollevamento del ponte attraverso l'azione di martinetti governati da una centralina. Gli operai presenti sul posto sono già stati sentiti.
«Mi riservo di valutare se esistano i presupposti per ipotizzare il reato di disastro colposo. L'errore umano? Per definizione un reato colposo comprende anche l'errore umano, ma l'indagine è appena iniziata». Lo dice all'ANSA il pm Irene Bilotta, titolare dell'inchiesta per omicidio colposo plurimo sul crollo del ponte sull'A14, che ha fatto due morti. I lavori di manutenzione del ponte sono stati appaltati dalla Pavimental (controllata da Autostrade) alla Delabech di Roma.
Autostrade per l'Italia «ha chiesto con estrema urgenza alle aziende che hanno progettato ed eseguito i lavori sul cavalcavia crollato in A14 una relazione dettagliata su quanto accaduto, per accertare eventuali errori umani e valutare possibili azioni a tutela». Il cantiere, dice una nota della società, «era stato avviato il 7 febbraio e si sarebbe dovuto concludere, per quanto riguarda le attività sulle pile finalizzate all'innalzamento del cavalcavia, il 31 marzo».
È stato demolito e rimosso durante la notte il troncone del cavalcavia crollato ieri mattina sull'autostrada A14 a Camerano (Ancona). A dare l'autorizzazione era stata già ieri il pm titolare dell'inchiesta, Irene Bilotta, per consentire la riapertura dell'autostrada. L'area resta sottoposta a sequestro.
L'INGEGNERE: ECCO COM'È ANDATA «È andata in crisi la struttura dell'insieme dei sostegni provvisori del ponte». Così l'ing. Giovanni Scotto Lavina, responsabile del procedimento presso Autostrade per l'Italia, a proposito del ponte crollato ieri in A14 a Camerano (Ancona). Scotto Lavina parla con i giornalisti a margine di un sopralluogo lungo l'A14. «Stiamo facendo gli accertamenti del caso - ripete -: il ponte è andato in crisi per i motivi che dovremo appunto accertare. La struttura di sostegno provvisorio è rimasta integra, questo ci teniamo a dirlo. È una struttura in calcestruzzo: non è andata in crisi la struttura di calcestruzzo che sosteneva le travi fino all'inizio delle operazioni di sollevamento del cavalcavia. È andata in crisi la struttura dell'insieme dei sostegni provvisori».
RIAPERTO IL TRATTO In una nota, Autostrade per l'Italia comunica che «sull'A14 Bologna Taranto è stato riaperto il tratto tra Ancona sud e Loreto chiuso ieri a causa del cedimento della struttura provvisoria di sostegno del cavalcavia dove erano in corso lavori di adeguamento dell'infrastruttura, in seguito all'ampliamento a tre corsie dell'autostrada». Sul luogo dell'evento, dove per tutta la notte sono intervenute le squadre di Autostrade per l'Italia per ripristinare la viabilità in sicurezza, è stata inizialmente riaperta la corsia di sorpasso in direzione sud intorno alle 8, per poi riaprire intorno 8:45 anche la direzione nord riducendo i disagi per la viabilità del tratto.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Marzo 2017, 14:14
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