Pianista ferita a una mano, chiese 300mila euro di danni: negati

Pianista ferita a una mano, chiese 300mila euro di danni: il giudice li nega dopo 20 anni

di Lino Lava
PADOVA - La mano di un'artista non vale la sua grandezza. Ma quello che fa guadagnare nel momento in cui viene danneggiata, anche in un incidente stradale. Per vent'anni una pianista padovana si è battuta per il risarcimento della sua mano destra, rimasta bloccata per mesi in seguito ad una uscita di strada con l'auto di ritorno da un concerto. Ora i giudici della Corte di Cassazione le hanno detto che la sua mano non vale le centinaia di migliaia di euro che chiede. E l'hanno condannata a pagare le spese del giudizio per aver trascinato l'Assicurazione Generali fino alla Suprema Corte.

Era la sera del 23 febbraio 1997 quando la pianista, allora trentatreenne, rimase coinvolta nell'incidente. Era a bordo di una Fiat Bravo di proprietà del Centro studi musicali Robert Schumann, con sede a Padova. Il guidatore si era trovato un cane in mezzo alla carreggiata e aveva perso il controllo dell'auto, rovesciatasi in un fosso. La pianista, che aveva la cintura regolarmente allacciata, venne comunque scaraventata fuori dall'auto attraverso il portellone posteriore. Il braccio e la mano destra erano stati lesionati nell'incidente e la pianista aveva dovuto bloccare la sua attività concertistica per mesi. Nel ricorso presentato ai giudici del Tribunale civile di Padova, la pianista sosteneva che «non era più in grado di svolgere attività pianistica in pubblico e di partecipare a corsi di perfezionamento ed anche la possibilità di accedere all'insegnamento pubblico, per le difficoltà delle prove previste per il concorso, inoltre non poteva più svolgere l'attività pianistica ai livelli di eccellenza raggiunti perché la perdita della propria capacità lavorativa era stimabile nella misura del cento per cento». E il danno complessivo era stato calcolato in 678 milioni 958 mila lire, oltre trecentomila euro. L'assicurazione si è costituita in giudizio con l'avvocato Roberto Madonna. A parte i danni fisici subiti nell'incidente, il legale ha contestato tutte le richiesta della pianista perché, a suo giudizio, erano tutte ipotesi campate in aria. E la tesi era stata accolta dal giudice Federica Sacchetto. Sì, c'erano dei concerti e anche delle registrazioni, ma erano vincolati a degli sponsor e la pianista era stata sostituita. Così la causa del giudice Sacchetto si era conclusa nell'ottobre 2005 con un risarcimento di 38 mila euro. La Corte d'Appello di Venezia ha riconosciuto alla pianista il fatto di essersi dedicata soltanto alla musica e non all'attività di commercialista. Ma le ha riconosciuto un danno patrimoniale di 15 mila euro in più della somma liquidata dai giudici del Tribunale civile. Insomma, l'incidente non le ha creato un «maggior danno patrimoniale da diminuita capacità lavorativa specifica».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Maggio 2017, 17:12
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