Poi si torna qualche giorno indietro, prima della tragedia. "Non dormivamo mai - dice - Tutte le notti alle due, alle tre, i carabinieri suonavano al campanello per accertarsi che fossi a casa. È la regola ma ci logorava. La settimana scorsa, lunedì, è arrivata la decisione del Tribunale del riesame che mi confermava i domiciliari. Mia moglie Valentina era stata liberata, mio padre si aspettava la stessa cosa. È stato un brutto colpo". Dopo la situazione è peggiorata. "Quando il mio arresto è finito sui giornali le mamme dei pazienti hanno cominciato a fare domande a mio papà sui farmaci che aveva prescritto ai figli, hanno cancellato gli appuntamenti - spiega - Lui che aveva sempre lo studio pieno, che correva a fare visite di notte o di domenica, che non andava al cinema per non spegnere il cellulare, si è trovato un intero giorno con lo studio vuoto: neppure un bambino".
Poi l'ultimo sms ricevuto sul cellulare, a mezzanotte: "Buonanotte, mami e papi". Un'ora e mezza dopo, il suicidio.
Intanto è indagata dalla procura genovese per istigazione o agevolazione del suicidio del marito, il pediatra Francesco Menetto, 65 anni, Graziella Valeria Ghini, 68 anni.
Il medico si era tolto la vita la mattina del 27 aprile a Genova, gettandosi dal Ponte Monumentale. Il medico aveva appreso che il figlio, farmacista, era stato arrestato dalla procura di Monza emesso agli arresti domiciliari per un presunto traffico illecito di farmaci antitumorali. Prima di uccidersi aveva lasciato un biglietto nell'auto con la scritta «La magistratura miope a volte uccide». La donna era presente in corso Podestà quando il marito il si era gettato nel vuoto e dai biglietti lasciati dalla coppia nell'automobile risulta che intendesse uccidersi anche lei.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Aprile 2015, 14:05
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