Pausa-pipì? Si timbra il cartellino.
Personale in rivolta all'ospedale

Pausa-pipì? Si timbra il cartellino. Personale in rivolta all'ospedale

di Marina Lucchin
ROVIGO - Per avere il tempo di fare pipì bisognerà timbrare il cartellino. Idem se si vuol mangiare un pacchetto di cracker o un frutto, pur rimanendo seduti alla propria scrivania. E stessa cosa se si va a bere il caffè, anche solo alla macchinetta. Succede all'Ulss 18, come lamentano i lavoratori che ieri, in 400, hanno affollato l'auditorium dell'ospedale di Rovigo per l'assemblea convocata dai sindacati, la Funzione pubblica provinciale di Cgil, Cisl e Uil.
A scatenare la loro indignazione è stato il corso di formazione sull'orario di lavoro e sulla legge 116 del 2016, ovvero quella nata contro i "furbetti del cartellino", organizzata dalla dirigenza dell'azienda sanitaria. Quanto affermato dal relatore del corso, sposato anche dai vertici dell'Ulss e denunciato dai sindacalisti, è che chi si assenta anche per cose di poco conto, come appunto recarsi al bagno, dovrebbe timbrare il cartellino per poi recuperare i minuti persi.
Ultimo aggiornamento: Domenica 16 Ottobre 2016, 11:20
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