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Disoccupato e lasciato dalla moglie accoltella
le due figlie: morta la più piccola di 12 anni
CATANIA - Una tragedia non annunciata. Ma di famiglia si pu anche morire. Come accaduto a San Giovanni la Punta, nel Catanese, dove Roberto Russo, 47 anni, utilizzando due coltelli ha colpito nel sonno le figlie di 12 e 14 anni, che dormivano nel letto matrimoniale con lui, tentando poi il suicidio. La più piccola delle due sorelline, centrata da più fendenti al torace e all'addome, è morta; l'altra è ricoverata in gravi condizioni in ospedale.
L'uomo, disoccupato, che avrebbe attraversato una fase depressiva anche per una crisi con la moglie che da giorni non dormiva a casa, ha tentato il suicidio infliggendosi una coltellata all'addome. A bloccarlo è stato uno dei due figli maschi, un 22enne, che assieme al fratello di 17 anni lo ha disarmato, ferendosi leggermente a una mano. Sono stati loro assieme a uno zio, un fratello di Russo che abita nello stesso palazzo, a chiamare i soccorsi: sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Gravina e del comando provinciale di Catania e diverse ambulanze che hanno condotto i feriti in due ospedali.
La 14/enne nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Garibaldi per una ferita profonda al torace, che le ha perforato l'arteria mammaria, facendole perdere molto sangue, poco meno di tre litri. I chirurghi hanno ridotto l'emorragia e l'intervento chirurgico è tecnicamente riuscito. Adesso occorrerà attendere le prossime 24-48 ore per vedere se si stabilizzeranno i valori vitali della piccola paziente. Inutili, invece, si sono rivelati i soccorsi prestati alla 12/enne, che è morta subito dopo il ricovero nell'ospedale Cannizzaro. Lo stesso nosocomio dove è ricoverato nel reparto di Chirurgia generale il padre-omicida che è stato sottoposto a un intervento di riduzione della ferita, non grave, che si è auto-inflitta.
Su disposizione del sostituto procuratore Agata Santonocito i carabinieri hanno arrestato Russo, che adesso è piantonato dai militari dell'Arma, contestandogli il reato di omicidio e tentativo di omicidio. L'uomo non è stato ancora interrogato, ma gli investigatori hanno chiarito la dinamica della vicenda. Una chiave di lettura importante è arrivata da un biglietto che l'omicida ha lasciato. Il testo della missiva è 'blindatò da magistratura e carabinieri che lo hanno acquisito. Secondo quanto si è appreso, Russo chiederebbe scusa alla famiglia spiegando il gesto con la fragilità psicologica che stava vivendo e annunciando la sua intenzione di suicidarsi con un 'ci vediamo nell'al di la«.
Non ci sono richiami a episodi analoghi, escluso quindi che sia stato un'emulazione. Un caso quest'ultimo che i carabinieri del comando provinciale di Catania vogliono evitare. Per questo, attraverso il colonnello Alessandro Casarsa, si trincerano dietro un no comment: »non rilasciamo alcuna dichiarazione - spiega l'ufficiale - per rispetto del dolore della famiglia e anche per evitare il rischio di possibili casi di emulazione«.
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