Omicidio Teresa e Trifone, Giosuè: "Andavo
sempre in palestra alle 17, quella sera no..."

Teresa e Trifone, Giosuè: "In palestra alle 17 ma quella sera no..."
Nuovi, interessanti elementi si aggiungono alle indagini riguardanti la morte di Trifone Ragone, 28 anni, e Teresa Costanza, 30, i fidanzati uccisi martedì 17 marzo 2015 nel parcheggio del palasport di Pordenone. 

Giosuè Ruotolo, 26 anni, è il militare indagato per il duplice omicidio della coppia: la sera dell’agguato uscì di casa intorno alle 19.30. Lui ha detto agli inquirenti che voleva andare in palestra, ma per sua stessa ammissione non ci andava mai dopo le 18.

"In palestra andavo subito dopo aver terminato il lavoro, quindi tra le 17.30 e le 18, mentre Trifone ha iniziato ad andarci più tardi, verso le 20.30 e le 21, a volte addirittura alle 22, in quanto la palestra rimaneva aperta fino alle 23. Non ricordo esattamente per quanto tempo io e lui ab-biamo frequentato la palestra di Pordenone negli stessi orari", racconta Ruotolo agli inquirenti nel corso di un interrogatorio, pubblicato su Giallo.

"Successivamente - continua Ruotolo - Trifone ha iniziato ad allenarsi in orari diversi, sempre nello stesso palazzetto dello sport. Ciò è avvenuto nel 2013, poco prima di partire per Milano per l’operazione cosiddetta 'Strade sicure'”.

Per Ruotolo questo rappresenta il suo primo interrogatorio in veste di indagato, dopo quelli sostenuti come 'persona informata sui fatti'. Giosuè non si sottrae alle domande degli inquirenti. Giallo pubblica in esclusiva e per la prima volta il verbale di questo sconvolgente interrogatorio.

Dice Ruotolo agli inquirenti: "Per l’operazione cosiddetta “Strade sicure” io e Trifone siamo andati a Milano nell’ottobre del 2013. A Milano ci siamo rimasti quattro mesi e, al ritorno, Trifone ha continuato ad allenarsi in am- bienti diversi dai miei. Da allora, io in palestra andavo solo saltuariamente, quasi mai. Non ho mai visto in palestra Teresa Costanza, la ragazza di Trifone. Io con Teresa non ho mai avuto modo di parlare. A parte il saluto che ci scambiavamo vedendoci a casa di sfuggita. Quando trifone portava Teresa a casa, si chiudevano nella sua stanza. Capitava che io li vedessi passare quando andavano in cucina. Penso di aver visto Teresa quattro o cinque volte, e sempre prima che Trifone si trasferisse nell’appartamento di lei". 

Giosuè riferisce ai giudici di non aver avuto alcun legame con Teresa, addirittura di non averci mai parlato.

"Quel giorno (in cui sono stati uccisi i fidanzati) sono uscito alle 7.30 per andare al lavoro e sono rientrato a casa intorno alle 17, avendo finito di lavorare alle 16.30. Arrivato a casa mi sono diretto nella mia stanza e mi sono cambiato. Ho indossato una tuta, come faccio solitamente. Non ricordo se quel giorno ho messo la tuta verde o quella blu. Ho notato la presenza di entrambi i miei coinquilini, Daniele Renna e Sergio Romano, che erano nelle rispettive stanze con le porte aperte. Alle 18 sono andato nella mia stanza e ho cominciato a giocare al computer con un gioco on-line che si chiama “League of Legends”. In tutta la serata ho fatto tre partite, ma non di fila, anche perché tra una e l’altra ho fatto altre cose. Ricordo che ci sono state alcuni brevi telefonate, una decina in tutto, con la mia fidanzata Rosaria Patrone, ma non ricordo di preciso cosa ci siamo detti. Ci siamo scambiati anche dei messaggi con il telefono

I dubbi degli inquirenti si focalizzano su alcune dichiarazioni di Ruotolo: dice di essere uscito poco dopo le 19.30 per andare in palestra. Ma in precedenza aveva detto che solitamente ci andava "il lunedì, il mercoledì e il venerdì, in una fascia oraria compresa tra le 17.30 e le 18":

Come si legge su Giallo: "Desta molti sospetti il fatto che giosuè proprio la sera del duplice omicidio di Trifone e Teresa, di cui è accusato, abbia deciso di andare in palestra in un giorno e a un'ora a lui insoliti".
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Febbraio 2016, 22:10
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