Nunzio, morto a 2 anni per un'infezione:
condannati 4 medici per omicidio colposo

Nunzio, morto a 2 anni per un'infezione: condannati 4 medici

di ​Biagio Salvati
​Quattro medici condannati in concorso per omicidio colposo a 1 anno e quattro mesi di reclusione (con sospensione della pena), oltre al pagamento di una provvisionale complessiva di 150mila euro, da liquidarsi in «solido» con l’Asl di Caserta, ente citato in giudizio, che però non si è mai costituito tramite i suoi legali.
È l’epilogo di un processo riguardante la tragica morte di Nunzio, un bimbo di appena due mesi, deceduto per un’ipotesi di colpa medica e un rimpallo di responsabilità nella cura - non eseguita alla perfezione, secondo i giudici - di una infezione contratta alle vie urinarie.
Ieri, il giudice monocratico Roberta Attena del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dopo aver disposto una superperizia affidata a noti professionisti - oltre le consulenze che già erano agli atti fatte eseguire dalla Procura e della parte civile - ha deciso le quattro condanne per la morte del piccolo Nunzio, derivante «dalla negligenza e imperizia dei medici». Si tratta della pediatra di base Angela De Santis, di Capua e dei tre medici dell’ospedale «Melorio» di Santa Maria Capua Vetere: il primario Luigi Cantelli, di Villa di Briano, e i dottori Elpidio Tierno di Casapulla e Gerardo Martone di Caserta.

Una normale cura antibiotica al posto della somministrazione di un medicinale via endovena, al centro dell’episodio che risale al 2009, quando i medici, ognuno per il suo ruolo, hanno eseguito le visite richieste da Domenico e Annamaria Nocera, genitori del piccolo deceduto dopo un mese di «calvario» all’ospedale di Caserta. Dopo le prime cure presso la pediatra di base - è stato ricostruito negli atti processuali - per una febbre alta, i genitori del piccolo si erano recati all’ospedale «Melorio» a causa del persistere di uno stato febbricitante di Nunzio; ma anche qui, tutto approssimativo, sostiene la parte civile: esami, ecografia e dimissione con sospetta infezione urinaria. Poi l’aggravamento del bambino (mancata crescita, perdita di peso) e il trasporto urgente all’ospedale di Caserta, dove arrivò in stato irreversibile.

Dopo vari tentativi di rianimazione da parte dei medici del Pronto soccorso e del reparto di terapia intensiva del San’Anna e San Sebastiano (i periti hanno escluso le responsabilità dei medici ospedalieri del presidio del capolugo) il bambino morì il 3 maggio del 2009. La parte civile, rappresentata dagli avvocati Federico Simoncelli e Tommaso Zara, andrà avanti con il risarcimento del danno in sede civile anche contro l’Asl che, seppur citata, non si è mai presentata in sette anni di processo con un proprio rappresentante legale. Accesa la difesa dei medici, rappresentata dagli avvocati Luigi Tecchia, Giuseppe Stellato, Bernardino Lombardi che ora ricorreranno in Appello.
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Gennaio 2016, 15:43
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