Hayden ancora in rianimazione. "Troppo debole per essere operato"

Hayden ancora in rianimazione. "Troppo debole per essere operato"
Non sono passati nemmeno trenta giorni da quel 22 aprile in cui il ciclista della Astana, Michele Scarponi perdeva la vita sulle strade della sua Filottrano - travolto da un furgone mentre si allenava in vista del Giro d'Italia - che il mondo dello sport viene colpito da un altro incidente stradale, che vede coinvolta una bicicletta e un campione: Nicky Hayden pilota di Superbike, è stato investito da un'auto e si trova in gravi condizioni, ricoverato in prognosi riservata, all'Ospedale 'Bufalinì di Cesena. 



In serata l'ospedale ha emesso un bollettino medico: le condizioni restano critiche. Il pilota è troppo debole per essere sottoposto a intervento chirurgico. Il problema maggiore è rappresentato da un ematoma cranico. Dal reparto di terapia intensiva è stato portato in rianimazione. Un altro bollettino è atteso per domani mattina alle 8. 
 
 
 
Hayden intorno alle 14 è stato investito da una Peugeot - condotta da un 30enne residente a Morciano di Romagna, rimasto illeso - mentre stava pedalando sulla sua bici da corsa a Misano Adriatico, nel Riminese, ad un incrocio con via Cà Raffaelli con via Tavoleto, la strada che collega Riccione e, appunto, Tavoleto, cittadina sulle colline pesaresi. Nello scontro frontale con la vettura il pilota 36enne del Team Honda World Superbike, è stato scaraventato sul cofano dell'auto, e ha sfondato il parabrezza per poi rovinare a terra sull'asfalto mentre la bicicletta è volata nel fosso che costeggia la carreggiata. 
Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, con una ambulanza e un'auto medicalizzata, per prestare le prime cure al campione americano trasferito con il codice di massima gravità all'ospedale 'Infermì di Rimini dove è stato ricoverato in prognosi riservata a causa di un forte trauma addominale e deltrauma cranico. Nel nosocomio riminese, Hayden è stato stabilizzato per poi essere trasportato con l'elisoccorso al 'Bufalini di Cesenà, trauma center di riferimento dell'area vasta dell'Ausl Romagna. 



Hayden - inserito nel novembre del 2015 nella Hall of Fame tra le leggende della Motogp - ha corso domenica nella vicina Imola nel Mondiale Superbike, chiudendo Gara Uno con un ritiro e Gara Due al dodicesimo posto. Lo scorso anno ha terminato la stagione al quinto posto in classifica generale. Ora in forza in forza al Team Honda World Superbike, il 36enne del Kentucky ha corso per anni in MotoGp, vincendo il titolo iridato nel 2006 in sella a una Honda, beffando Valentino Rossi. 



Nella classe regina delle moto - in cui ha disputato 218 Gp - ha primeggiato in 3 gare salendo 28 volte sul podio e strappando 5 pole. L'esordio nel 2003 con il team Repsol Honda, stagione in cui ha ottenuto due terzi posti terminando al quinto posto generale con 130 punti. Nel 2004, si è invece classificato all'ottavo posto finale con 117 punti e nel 2005, terzo con 206 punti, prima di diventare iridato, l'anno successivo. Dopo 13 anni nella Motogp, nel 2016 Hayden è passato alla Superbike con il concludendo con il quinto posto in classifica generale. Hayden gareggia con il numero 69, lo stesso usato dal padre quando correva, 'traditò per l'1, da iridato, nella stagione 2007.​​​​​

"SERVE DECRETO SALVACICLISTI" «Altra tragedia, altro impatto tra auto e bici, la strage continua. In queste ore, il campione di motociclismo Nicky Hayden, combatte per sopravvivere. Confidando nella sua completa guarigione, ed a meno di un mese dall'uccisione del ciclista professionista Michele Scarponi, mentre ogni giorno registriamo almeno una vittima non celebre, chiediamo che il Governo dia seguito alla promessa di varare un decreto che modifichi il codice della strada per introdurre la distanza minima obbligatoria, in sorpasso, di un metro e mezzo». Così il senatore del gruppo Gal Michelino Davico, commenta l'incidente stradale nel quale è rimasto gravemente ferito il campione di motociclismo Nicky Hayden mentre era in bicicletta.



«Un mese dopo la nostra proposta di legge, che mirava proprio ad introdurre la cosiddetta 'salvaciclistì, già vigente in Europa, - spiega Davico - il ministro dello Sport Luca Lotti ed il responsabile del ministero dei Trasporti avevano rilevato l'urgenza della misura e indicato in un decreto governativo la soluzione più rapida per l'introduzione della norma. Ad oggi non se ne ha notizia e nel frattempo molte altre tragedie sono occorse ai ciclisti italiani. Ogni anno - conclude - infatti sono 250 i ciclisti vittime della strada e ad altre 16mila persone restano ferite. L'incidente di oggi al campione di superbike Hayden non fa altro che riaccendere i riflettori su strage che va fermata. Subito il decreto oppure chiederemo la immediata calendarizzazione del disegno in commissione trasporti».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Maggio 2017, 09:42
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