San Gennaro, il sangue s'è sciolto
L'annuncio di Sepe alle 10.38:
«Senza lavoro c'è diseguaglianza»

San Gennaro, il sangue s'è sciolto l'annuncio di Sepe alle 10.38

di Maria Chiara Aulisio
Si è ripetuto a Napoli il prodigio del miracolo di San Gennaro. L'annuncio della liquefazione del sangue, dato alle 10:38 dal cardinale Crescenzio Sepe, è stato accolto da un lungo applauso dei fedeli che affollano il Duomo di Napoli dalle prime ore della mattina. Il ripetersi del miracolo è letto come un buon auspicio per la città di Napoli e per l'intera regione Campania. Il miracolo avviene tre volte: il 19 settembre, nel giorno appunto di San Gennaro, nel sabato che precede la prima domenica di maggio e a dicembre.

Sangue già sciolto. Il cardinale Sepe ha precisato che il sangue era già sciolto quando, intorno alle dieci, ha aperto la cassaforte dove sono custodite le ampolle col sangue. «Quando ho aperto la cassaforte con i vescovi e il sindaco, come è successo negli ultimi anni, il sangue si era sciolto già» ha annunciato l'arcivescovo di Napoli durante la celebrazione nel Duomo alla quale sono presenti anche delegazioni di autorità religiose di altri Paesi (con vescovi provenienti da Russia e Vietnam), oltre al sindaco, Luigi de Magistris, ed al presidente della Giunta regionale, Vincenzo De Luca. Quest’anno sono presenti anche due ospiti molto speciali: tra i banchi della Cattedrale siederanno Carlo e Camilla di Borbone a Napoli per assistere al prodigio. 
 

La solidarietà. In prima linea il mondo della solidarietà coinvolto a pieno titolo in questo San Gennaro settembrino. È stato proprio il cardinale Crescenzio Sepe a decidere di coinvolgere i detenuti per lanciare un segnale di amore e speranza nel segno della devozione: il 21 settembre alle 10, nella casa circondariale di Poggioreale, si terrà un concerto dal titolo particolarmente significativo: «Un sorriso per ricominciare». Sul palco del carcere salirà Pietro Quirino, con il Quartetto Calace, che intonerà il meglio del repertorio napoletano per regalare un momento di svago e allegria dedicato al patrono. Il concerto, ad ottobre, sarà replicato anche nel carcere di Pozzuoli.

Il monito sul lavoro. La mancanza di lavoro «è la piaga più grave e causa principale delle diseguaglianze». Così il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, nella sua omelia. La Chiesa di Napoli, ha spiegato, «si sente fortemente interpellata a calarsi nella realtà esistenziale della sua gente, che sta vivendo un momento difficile». Così facendo «succede di constatare che non tutti possono beneficiare delle stesse opportunità di crescita sociale, per cui accanto ai più fortunati convivono sacche di poveri». Proprio la mancanza di lavoro «è la causa più grave di queste diseguaglianze, ed è emblematico vedere le saracinesche abbassate di tanti negozi, costretti a chiudere mostrando un panorama avvilente in molte zone della città».

 
 


Contro i mercanti di morte. «I mercanti di morte e i meschini professionisti della violenza non prevarranno sulla dignità, la pace e la civile convivenza del nostro popolo, e dovranno arrendersi dinanzi a quegli uomini di buona volontà che lavorano ogni giorno per mantenere viva la speranza di un futuro migliore» ha proseguito Sepe. La camorra, la criminalità organizzata, «è la piaga più purulenta da estirpare - ha aggiunto - perché capace di contaminare e offendere un corpo già debole e provato». Di fronte a «chi pugnala Napoli alle spalle», ha proseguito il cardinale, «c'è chi continua ad amarla senza riserve con onestà, con civismo, col tendere la mano a chi è nel bisogno, col guardare con rispetto, per non sciuparle, le bellezze che ci circondano».

La visione della città. «Serve un visione complessiva e alta della città, pensando al suo futuro, oltre le emergenze» ha concluso il cardinale. «C'è chi continua ad amare Napoli - ha affermato - con onestà con civismo tendendo la mano a chi ne ha bisogno per non sciupare le sue bellezze». « Napoli non ha mai fatto mancare vento alla bandiera della speranza».
Per Napoli, Sepe ha auspicato «una chiesa e una città tanto piene di misericordia da far cadere le braccia di chi ancora impugna armi o è pronto a farlo, facendosi schiavo della violenza e dell'odio, tradendo se stesso e la città. Questa è l'opera che la mia Chiesa vorrebbe consegnare al mondo».


I bambini. Ma c’è dell’altro. San Gennaro non dimentica i bambini, soprattutto quelli più disagiati, che vivono in quartieri difficili costretti ogni giorno a fare i conti con le emergenze: 250 ragazzi, sempre il giorno 21, alle 19, si esibiranno sul sagrato del Duomo. Sono i componenti delle bande musicali del progetto di formazione «Canta, suona e cammina» promosso dalla Curia con una doppia finalità: promuovere la musica tra i giovani e, attraverso questa, creare un’occasione di crescita culturale e sociale.
 

 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Settembre 2016, 19:11
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