Strage a Secondigliano, Murolo faccia a faccia
con gli psichiatri. "Si sente in guerra col mondo"

Strage a Secondigliano, il killer Murolo faccia a faccia con gli psichiatri: "Si sente in guerra con il mondo"

di Viviana Lanza
Circa due ore in una saletta del carcere di Poggioreale, faccia a faccia con l’autore della strage di Secondigliano, quel Giulio Murolo, infermiere con la passione per le armi che il pomeriggio del 15 maggio scorso ha ucciso il fratello e la cognata dopo una lite per un filo per i panni tagliato e poi ha puntato il fucile sulla strada facendo altri due morti e sei feriti. Il professor Francesco Bruno, noto criminologo, e la dirigente dell’Opg di Napoli Tiziana Salvati, esperta in psicodiagnostica, hanno visitato Murolo per la perizia psichiatrica. «Sta male, più passano i giorni e più si rende conto di quello che ha fatto e soffre perché si dispiace» afferma il professor Bruno.

È un folle? «Di certo non ha fatto una cosa da persona normale, ora bisognerà valutare gli elementi che ci fanno dire se è un folle secondo i parametri giuridici oppure no» aggiunge. «Già altre volte nella vita gli era successo di perdere completamente il concetto di sé e avere reazioni paranoidi, ha vissuto sempre con un atteggiamento paranoide - dice di Murolo - Si sentiva in guerra con il mondo» aggiunge e fa l’esempio di chi si trova nella giungla di fronte a una tigre, davanti al dilemma uccidere o morire. «Dietro la strage - spiega - c’è la paura della morte». Quanto alle armi che aveva in casa, alle sue abilità ad usarle, agli allenamenti al poligono di tiro sembra che più che una passione fosse espressione del suo malessere.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Giugno 2015, 13:44