Morto Max Fanelli, da anni combatteva la Sla
e lottava per l'eutanasia

Morto Max Fanelli, combatteva la Sla e lottava per l'eutanasia
Massimo «Max» Fanelli è morto. L'uomo da tempo lottava contro la sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e, nonostante le sue condizioni, continuava la sua battaglia per la legge sul fine vita.



Aveva 56 anni. Fanelli è morto nell'ospedale di Senigallia dove era ricoverato da alcuni giorni per via dell'aggravarsi delle sue condizioni.

Attraverso i social network aveva fatto sapere che la malattia stava aggredendo nuovamente l'occhio destro, l'unico contatto con il mondo.

 A giugno Max, che era malato di Sla in fase terminale, aveva diramato un video appello su Youtube con un messaggio rivolto ai parlamentari delle Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera per sollecitare la ripresa della discussione della legge sul fine vita. Nel video, che ritrae Fanelli collegato al respiratore, una voce 'sinteticà ripercorre le tappe della malattia dell'uomo, sofferente di Sla dal 2013: «Sopravvivo grazie al respiratore automatico e mi alimento via Peg, un buco nello stomaco. Sono completamente paralizzato e mi è rimasto solo un occhio con il quale riesco a comunicare grazie ad un pc oculare». Fanelli, sostenuto nella sua battaglia dal comitato #iostoconmax, era riuscito a registrare il suo testamento biologico. Senigallia è uno dei primi Comuni d'Italia ad avere istituito il registro per le Dat, la Dichiarazione anticipata di trattamento.



Oggi, dopo infinite sofferenze, è morto Max Fanelli.
La battaglia che ha condotto coraggiosamente in questi anni ha permesso di scuotere le coscienze di cittadini e amministratori su un tema delicatissimo come quello del 'fine vità». Così il presidente dell'Assemblea legislativa delle Marche Antonio Mastrovincenzo alla notizia della morte del 56enne di Senigallia malato di Sla.

 
 


«Il Consiglio regionale - seguita il presidente - si è impegnato unanimemente a sollecitare più volte il Parlamento a legiferare su questa delicata materia. Mi auguro che il ricordo, le sofferenze, l'ostinazione e il coraggio di Max Fanelli spingano ora i nostri legislatori ad approvare in tempi rapidi una legge che sarebbe prima di tutto un atto di civiltà. Un grazie pieno di riconoscenza a Max e un affettuoso abbraccio alla sua famiglia».


 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Luglio 2016, 13:53
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