"Mia figlia a terra piangeva e urlava: se solo li avessi presi". Ragazzina molestata dai profughi nigeriani al ritorno da scuola

Il papà: "Mia figlia a terra piangeva e urlava: se solo li avessi presi"

di ​Davide Tamiello
CAVARZERE (VENEZIA) - Ragazzina torna a casa da scuola e "viene molestata da un gruppo di profughi nigeriani". La sua casa si trova a cinque minuti di bicicletta dal centro del paese. Cinque minuti da percorrere lungo l'argine del Gorzone, una stradina così stretta che quelle rare volte in cui vi passa un'auto, occupa l'intera carreggiata. Lei, la 17enne di Rottanova di Cavarzere aggredita da due migranti della base di Cona, quei cinquecento metri ora li percorre solo se accompagnata.

«Adesso sta meglio, si è tranquillizzata - racconta il papà della ragazza, che ha denunciato l'episodio avvenuto mercoledì pomeriggio ai carabinieri di Cavarzere - ma la paura resta, da quel pomeriggio non è più salita in bicicletta».





É lo stesso genitore a ripercorrere i momenti di un'aggressione che, al momento, non ha alcun movente: non le è stata rubata la borsetta e non ci sono stati tentativi di violenza sessuale. «Mia figlia era uscita di casa alle 17, stava andando in paese quando due ragazzi giovani, sulla ventina, penso fossero nigeriani, l'hanno affiancata in bicicletta. Le hanno detto qualche parola in inglese, ma lei non ha capito. A un certo punto, uno dei due l'ha presa per un braccio e l'ha fatta cadere».

La ragazza ha iniziato a piangere e urlare. A quel punto, il padre e lo zio, attirati dalle grida, sono usciti in strada. «Li ho rincorsi ma non sono riuscito a raggiungerli - dice il papà - se ci fossi riuscito, ora non sarei qui. Non so cosa avrei fatto ma queste persone evidentemente non sanno cosa vuol dire per un genitore vedere la propria figlia in lacrime»...
Ultimo aggiornamento: Sabato 15 Aprile 2017, 09:17
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