Meno censura e più fondi, ecco la legge che potrebbe cambiare il cinema italiano
di Michela Greco
Più nello specifico, grazie alla nuova legge sorgerà il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo, mirato a sostenere interventi per il settore attraverso incentivi fiscali e contributi automatici che unificano le attuali risorse del Fus Cinema e del Tax Credit. Al posto delle attuali commissioni ministeriali per i finanziamenti ci sarà un sistema di incentivi automatici per le opere italiane, la cui quantificazione avverrà secondo parametri oggettivi che tengono conto dei risultati economici, artistici e di diffusione. Sarà inoltre potenziato il credito di imposta, di cui beneficeranno le imprese di produzione, distribuzione, post-produzione, e saranno abolite le commissioni ministeriali di “censura”, ovvero quelle che stabilivano i divieti ai minori per certi film. Al loro posto nascerà un nuovo sistema di classificazione che responsabilizza i produttori e i distributori cinematografici, in cui lo Stato potrà intervenire solo in caso di abusi.
Previsti poi 120 milioni in 5 anni per sostenere un piano straordinario per riattivare le sale chiuse e aprirne di nuove, mentre una quota del fondo di settore (che sarà tra il 15 e il 18%) verrà destinata ogni anno alle opere prime e seconde, ai giovani autori, alle start up, alle piccole sale, ai festival e alle rassegne di qualità, con contributi previsti per Biennale di Venezia, Istituto Luce Cinecittà e Centro Sperimentale Cinematografia. Una serie di interventi accolti molto bene dall’ambiente cinematografico, con i 100 autori che lo giudicano «Un provvedimento che il mondo del cinema e della produzione audiovisiva aspettava da 40 anni». Il premier Renzi, soddisfatto, ha cinguettato su Twitter: «Altra promessa mantenuta quella sul cinema».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 4 Novembre 2016, 10:08
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