«Il massacro al museo del Bardo di Tunisi - aggiunge il presidente è un segnale d’allarme grave ed è importante capirlo. Questa non è né una guerra di religione, né una guerra tra civiltà diverse. Numerose vittime erano musulmane e noi siamo tutti preoccupati. Come è successo a Parigi a gennaio, con quegli atti terroristici sanguinosi e brutali, si tratta di aggressioni contro la civiltà e la democrazia che - sottolinea il capo dello Stato - richiedono una risposta immediata e collettiva della Comunità internazionale». Quindi, più che una soluzione militare serve, secondo Mattarella, una reazione «culturale» e partecipando alla marcia che ci sarà domenica a Tunisi «l’Europa mostra che è unita nel dolore e nella risposta da dare a questa aggressione».
L’intervento in Libia Dagli estratti dell’intervista, si legge anche che Mattarella ha parlato della situazione libica e di un possibile intervento italiano.
Il presidente ha detto che: «c’è il rischio di trovarsi lo Stato islamico a un passo dall’Europa. Bisogna quindi appoggiare con convinzione la missione dell’Onu perché la sua difficile mediazione possa raggiungere il successo. E bisogna coinvolgere non solo l’Europa, ma anche tutti i paesi arabi vicini, per costruire in Libia un vero governo di unità nazionale. Una volta che queste basi sono state poste, allora sarà possibile aiutare questo paese».
Ultimo aggiornamento: Sabato 28 Marzo 2015, 11:44
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