Marco Pantani, la madre a Domenica Live:
"Mio figlio fu ucciso, la prova nell'orologio"

Marco Pantani, la madre a Domenica Live: "Mio figlio fu ucciso, la prova nell'orologio"

di Valeria Arnaldi
ROMA - Marco Pantani sarebbe stato costretto a bere una bottiglia di acqua in cui era stata versata della cocaina.



Sarebbe stata questa la causa della morte del ciclista, secondo la madre Tonina Belletti, intervenuta a Domenica Live, per esporre la sua teoria e sollevare interrogativi.



Ma anche a portare le sue "prove". Prima tra tutte, l'orologio del figlio.









"Ho un'idea chiara di chi potrebbe essere stato - dice la madre di Pantani - ma non lo dirò. Ci sono tre persone. Voglio vedere se ci ho indovinato".



Un video ha ripercorso le domande rimaste in sospeso. I legali di Pantani sollevarono dubbi già sulle modalità di indagine. Sulla bottiglia non fu eseguita alcuna analisi e non è l'unico punto da chiarire.



Secondo il medico legale Pantani è morto alle 17 del 14 febbraio. Il rapporto ha spostato la morte tra le 11 e le 12. L'orologio del ciclista, però, è fermo alle 16.55, come se avesse ricevuto un grande colpo.



Alle 10.30 del giorno della sua morte, Pantani chiamò la reception dicendo che alcune persone lo infastidivano e chiese fossero chiamati i carabinieri, che però raggiunsero la stanza solo alle 20.30.



Quando lo ha saputo la madre? "Eravamo in Grecia, appena arrivati - racconta - La sua manager mi aveva detto che Marco sarebbe andato a Sabaudia per incontrare quelli della Gazzetta. Non lo ha visto nessuno. All'ora di pranzo, forse per un presentimento, ho chiamato tutti per sapere se lo avessero visto. Poco dopo le 22 ci hanno dato la notizia. Io ho avuto un flash e ho pensato subito: l'hanno ucciso. Da allora sono andata avanti per la mia strada, io sono convinta".





"Nella mia vita da sportivo non ho mai preso droghe, ho iniziato dopo". La lettera che Marco Pantani ha scritto a Ambrogio Fogar, suo amico, senza però spedirla è stata il mezzo che ha consentito alla madre del ciclista di sapere che il figlio si drogava. Fino ad allora, nessun sospetto.



Alla puntata contribuisce anche un tentativo di collegamento con la fidanzata che fu al suo fianco per otto anni, Christina Jonsson, che ormai da anni vive a Losanna, dove insegna alla Scuola d'arte. La donna, però, si è rifiutata di parlare.



"Questa volta noi le risposte ce le faremo dare", conclude il legale della donna, annunciando novità a breve.
Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Ottobre 2014, 15:50
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