Lupo, col no delle Regioni gli animalisti vincono la prima battaglia: "Non è ancora finita"

Lupo, col no delle Regioni gli animalisti vincono la prima battaglia: "Non è ancora finita"

di Remo Sabatini
La notizia ha del sensazionale: le Regioni rimandano al mittente l’ipotesi dell’abbattimento del lupo italiano prevista nell’ormai noto Piano di Conservazione che avrebbe dovuto tutelare gli animali uccidendoli.

La decisione, attesa dalle associazioni ambientaliste che hanno consegnato il loro appello ai rappresentanti delle Regioni presenti ai lavori, rappresenta un unicum nel suo genere consegnando, di fatto, la questione al ministro Galletti che sarà chiamato a modificare le poche righe che, nel Piano in discussione, prevedevano l’abbattimento dei cosiddetti esemplari in esubero di una specie che, improvvisamente e dopo quasi mezzo secolo di protezione, tornava ad essere considerata una minaccia per il Paese. Lav, Lipu, Enpa, Animalisti italiani, sono solo alcune delle sigle che si sono battute perché il lupo potesse continuare a vivere. Il mondo dei social, poi, ha dato un notevole contributo. Hashtag come #cacciaunNO e #soslupo avevano iniziato a girare nel mondo virtuale che, forse mai come stavolta, è stato fondamentale in un atto di governo.

I numeri del lupo in Italia non sono alti. Lo studio condotto all’Ispra da da Randi e Galaverni con altri ricercatori dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale aveva indicato il numero dei lupi presenti sul territorio nazionale dal 2009 al 2013. Si era così scoperto che non più di circa 1800 lupi vivevano in Italia. Di questi, venivano stimati non più di 89 esemplari sulle Alpi, tra i 1037 e i 1381 sull’Appennino centro settentrionale e circa 300 individui presenti sull’Appennino meridionale. Completamente assenti nelle isole maggiori, i lupi segnavano il record di presenze in Toscana con circa 300 unità. Difficile, allora, immaginare interi territori in mano a branchi di famelici carnivori pronti a decimare le greggi indifese e terrorizzare i pascoli. Così il ministro Galletti: «Oggi, nel Paese ci sono più di 1500 lupi dei quali 250/300 vengono bracconati ogni anno. Secondo voi è aperta la caccia al lupo o la apro io? Se noi non interveniamo per diminuire la pressione sui territori, i bracconieri continueranno ad ammazzarli».

FELICETTI (LAV): "SOLO LA PRIMA BATTAGLIA, NON SONO ANIMALI CATTIVI" Felicetti, è soddisfatto? «Le Regioni hanno rispedito al mittente l’ipotesi che significava uccidere i lupi e hanno chiesto che il testo del piano sia cambiato lasciando le positività che nessuno vuole disconoscere ma sottolineando nuovamente e con forza che, della uccisione dei lupi, non se ne parla».
Cosa accade ora? «Il Presidente Stato-Regioni ha indicato la nuova scadenza per il 25 febbraio prossimo confermando la disponibilità delle Regioni alla firma, a patto che non si parli più di abbattimenti».
La battaglia della Lav è finita? «Abbiamo tagliato un traguardo importante che, però, non deve farci perdere di vista l’obiettivo finale, anche e soprattutto dal punto di vista etico del problema in discussione, cui teniamo davvero. Il lupo, oggi, non è più cattivo, non lo è mai stato».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Febbraio 2017, 08:37
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