Loris, il grido della mamma: "Sono innocente,
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Loris, il grido della mamma: "Qui sono tutti contro di me"
RAGUSA - "Io sono innocente, qui sono tutti contro di me", un grido nella notte, quello di Veronica, la mamma di Loris, il bimbo di 8 anni scomparso e trovato poi senza vita nelle campagne di Santa Croce Camerina. La donna continua a professarsi innocente, anche se le indagini sembrano portare proprio verso di lei, dalla bugia dell'auto, fino al giallo delle fascette. La mamma di Loris nega qualsiasi coninvolgimento e lo stesso legale della famiglia ci ha tenuto a chiarire che la donna non è indagata. La situazione resta comunque d'angoscia per gli Stival:"Qui da una settimana è un funerale" avrebbe detto il nonno del piccolo.







SI CERCA LO ZAINO Elicotteri di polizia e carabinieri stanno sorvolando da questa mattina le campagne attorno a Santa Croce Camerina nella speranza di individuare dall'alto il punto dove potrebbe essere stato gettato lo zainetto di Loris Stival, il bambino ucciso il 29 novembre scorso e ritrovato in un fosso in contrada Mulino Vecchio. L'ipotesi degli investigatori è infatti che lo zainetto blu con le cinghie gialle sia stato gettato da qualche parte o dall'assassino o da qualcuno che potrebbe averlo aiutato.



L'ALIBI DEL CACCIATORE «Orazio Fidone ha passato le pene dell'Inferno», ma «sarebbe pronto a rifarlo». Lo ha affermato il legale del 'cacciatorè L'avvocato Pietro Savà, sostenendo che il suo assistito ha «un alibi di ferro». «Diverse persone - aggiunge - possono testimoniare che al momento del delitto era in un altro posto, e lui non ha il bene dell'ubiquità». Il penalista sottolinea che Fidone «non è l'orco e neppure l'assassino», ed è diventato «insopportabile sentire tesi basate sul nulla». «Fidone - aggiunge Savà, non è andato a cercare il bambino direttamente al mulino vecchio, e non lo ha trovato subito, ma dopo diversi giri. Se qualcuno vuole criminalizzare l'intuito lo faccia, ma è sbagliato». Il legale conferma che Fidone «non conosce» nè i genitori di Loris nè il bambino, ma «soltanto il nonno paterno perchè gli aveva fatto dei lavori da idraulico a casa». L'avvocato Savà sottolinea di avere parlato «dopo otto giorni di silenzio per rispetto al dolore della famiglia e al lavoro delle istituzioni». «Devo dare atto alle forze dell'ordine - chiosa il penalista - di avere fatto bene il loro lavoro e di avere sempre rispettato il mio cliente. Anche la Procura, perchè nonostante la pressione mediatica ha agito con grande correttezza e pacatezza».



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Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Dicembre 2014, 18:06
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