"Dalla stalla a tavola prezzo quadruplicato":
Coldiretti e la protesta per 'salvare' il latte

"Dalla stalla a tavola prezzo quadruplicato": Coldiretti e la protesta per 'salvare' il latte
«Dalla stalla alla tavola, il prezzo aumenta 4 volte. Salviamo i nostri allevamenti». Dietro questo striscione, giallo come il colore della Coldiretti, stanno manifestando tanti allevatori di Roma e Lazio, con tanto di mucche davanti al Centro Commerciale Euroma 2 per protestare contro il prezzo del latte alla stalla.

«Le importazioni spacciate come Made in Italy e il taglio dei compensi per gli allevatori hanno causato nel 2015 la chiusura di oltre 1.000 stalle» in Italia, denunciano. Sui cartelli: «Giusto prezzo per allevatori e consumatori. Stop alle speculazioni».



Il presidente della Coldiretti Roma e Lazio, David Granieri spiega: «Questa è una manifestazione nazionale, iniziata quattro giorni fa a Lodi che sta continuando oggi a Roma e in altre piazze italiane, davanti a centri commerciali simbolo del consumo. Chiediamo ai nostri alleati storici, i consumatori, di allearci in questa battaglia».



IN UN ANNO DANNI PER 550 MILIONI Gli allevatori italiani hanno perso in un anno oltre 550 milioni di euro perché il latte viene pagato al di sotto dei costi di produzione, con una riduzione dei compensi di oltre il 20 per cento rispetto allo scorso anno e su valori inferiori a quelli di venti anni fa. È quanto emerge dal dossier presentato dalla Coldiretti in occasione della protesta sul prezzo del latte che dura da quattro giorni e si è estesa oggi ai supermercati delle grandi città, dove sono state portate mucche e trattori.



Nel 2015 - aggiunge Coldiretti - hanno chiuso circa mille stalle, oltre il 60 per cento delle quali si trovava in montagna, con effetti irreversibili sull'occupazione, sull'economia, sull'ambiente e sulla qualità dei prodotti. «A rischio c'è un settore che rappresenta la voce più importante dell'agroalimentare italiano, con un valore di 28 miliardi di euro e 180 mila gli occupati nell'intera filiera», afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.



Il settore lattiero caseario - sottolinea l'organizzazione agricola - rappresenta la voce più importante dell'agroalimentare italiano, con 35 mila imprese di allevamento, oltre la metà delle quali (55 per cento) si trova in zone montane o svantaggiate, per una produzione complessiva di latte bovino che ammonta a 11 milioni di tonnellate a fronte di 20 milioni di tonnellate consumate. In altre parole l'Italia è diventata dipendente dall'estero per quasi la metà del proprio fabbisogno in prodotti lattiero caseari.



Dalle frontiere italiane - aggiunge Coldiretti - passano ogni giorno 3,5 milioni di litri di latte sterile, ma anche concentrati, cagliate, semilavorati e polveri per diventare mozzarelle, formaggi o latte italiani, all'insaputa dei consumatori perchè manca l'obbligo di indicazione in etichetta. Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri - conclude l'organizzazione agricola -, mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero.
Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Novembre 2015, 15:50
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