Joshua, ferito in un incidente, non ce l'ha fatta:
aveva 24 anni. La famiglia dona gli organi

Joshua, ferito in un incidente, non ce l'ha fatta: ​aveva 24 anni. La famiglia dona gli organi
VIVARO - Un gesto di grande generosità che permetterà di salvare tante vite. Joshua Soleno De Filippo, il carrozziere di 24 anni, di Vivaro, ferito in un'uscita di strada avvenuta all'alba del 5 settembre, a San Quirino, è morto e ha donato gli organi.

Una decisione avallata dai congiunti, ma che si inserisce perfettamente in quella che è sempre stata la filosofia esistenziale del giovane: altruismo e disponibilità. Un ragazzo che, peraltro, era anche donatore di sangue a riconferma della sua volontà di essere d'aiuto al prossimo.

Dopo che lunedì il quadro clinico era precipitato, nella mattinata di ieri i medici della Terapia Intensiva del "Santa Maria degli Angeli" di Pordenone hanno chiesto - e ottenuto - dalla Procura il nulla osta al prelievo degli organi.

Si tratta di un passaggio fondamentale che viene prima dell'eventuale richiesta della disponibilità a donare ai parenti della vittima.

Qualora, infatti, il magistrato, per questioni investigative, dovesse negare l’autorizzazione (disponendo magari un'autopsia), si eviterebbe di sottoporre i congiunti, già in preda alla disperazione, alla spiegazione delle delicate procedure che conducono al prelievo.

In questa circostanza, appena avuto il via libera dal punto di vista legale, i medici hanno ottenuto dagli zii di Joshua - la mamma era mancata in un incidente stradale quando egli era ancora piccolo - il permesso per attivare le procedure che conducono alla donazione. Un consenso che è stato pieno e meditato e che in qualche modo ha anche voluto sottolineare come da una circostanza tragica che ha spento una giovane vita possa rinascere la speranza in altri pazienti affetti da patologie gravi e gravissime.

Il prelievo degli organi - destinati a ospedali di tutt'Italia - è iniziato nella tarda serata di ieri e si è concluso nella notte. «Non poteva esserci una fine diversa - ha fatto sapere un amico di Joshua -: per chi, concretamente, tutti i giorni, combatteva con sorriso e disponibilità le avversità della vita, e lui ne aveva avute tante fin da quando era piccino, la donazione degli organi, che salveranno tante persone, magari ancora giovani come lui, rappresenta un messaggio straordinario che chi gli ha voluto bene serberà per sempre nel proprio cuore».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Settembre 2015, 02:19