Violenta la figlia per 10 anni, poi calci in pancia per non farla rimanere incinta. Papà in carcere

Violenta la figlia per 10 anni, poi la colpisce a calci in pancia per non farla rimanere incinta: arrestato

di Federica Serfilippi
Avrebbe violentato la figlia per dieci anni, prendendola poi a calci in pancia per non farla rimanere incinta. L'orrore quasi tutti i giorni a Jesi (Ancona), prima di accompagnarla a scuola. Alla fine lei lo denuncia e lui finisce in manette. In carcere un albanese di 45 anni che il prossimo 22 giugno sarà processato ad Ancona dopo sei mesi passati dietro le sbarre per violenza sessuale pluriaggravata. Lui, operaio, salirà sul banco degli imputati, mentre la figlia, studentessa ora 23enne, sarà parte civile tramite l'avvocato Marina Magistrelli.

Sulla vicenda il pm Serena Bizzarri ha da poco concluso le indagini e chiesto per l'imputato il giudizio immediato. Ora, la difesa, rappresentata dal legale Alessia Bartolini, avrà tempo due settimane per decidere se affrontare il processo in dibattimento oppure con il rito abbreviato. Secondo l'accusa gli abusi sarebbero iniziati nei primi anni Duemila, poco dopo il trasferimento di tutta la famiglia in Italia. All'epoca la presunta vittima aveva solo 8 anni. La tenera età non avrebbe impedito al 45enne di abusare di lei. Secondo il racconto dalla giovane, il padre l'avrebbe costretta a subire rapporti sessuali un giorno sì e un giorno no. Un'alternanza perpetrata alla mattina poco prima che lei andasse a scuola e lui al lavoro. E se la figlia si azzardava a ribellarsi, scattavano le minacce: «Se dici qualcosa,
ammazzo prima tua madre, tua sorella, tuo fratello, poi mi uccido anche io».

Non solo. Da quanto riscontrato dalle indagini, l'uomo avrebbe periodicamente preso a calci la figlia sulla pancia. Un modo, secondo il pensiero dell'operaio, per interrompere eventuali gravidanze indesiderate. Per tutto il periodo delle violenze, il resto della famiglia non si sarebbe accorto di nulla. Tra le quattro mura di casa, insomma, tutto procedeva normalmente. Gli abusi si sarebbero interrotti nel 2011, quando la ragazza compì 18 anni e si allontanò da casa, raccontando parte della vicenda alla zia. Ci sono voluti quattro anni prima che trovasse il coraggio di denunciare tutto alle autorità.

Dopo il racconto fornito agli inquirenti, la procura decise di arrestare il presunto molestatore lo scorso gennaio. Per la difesa, la storia riportata dalla 23enne sarebbe tutto frutto della sua fantasia. Una sorta di ripicca nei confronti del padre che non avrebbe più voluto contribuire al mantenimento della figlia, studentessa in un'università estera. E poi non ci sarebbe alcuna traccia dei referti medici che attestano le presunte violenze subite.
 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Maggio 2016, 15:18
© RIPRODUZIONE RISERVATA