"Italo mai pentito, dopo aver ucciso Roberta faceva lo strafottente"
«Fabio era sotto shock, era depresso per la perdita della moglie, andava molto spesso al cimitero - spiega ancora il legale - pensava giustizia non fosse stata fatta ma incontrandolo non ho mai avuto l'impressione che stesse ipotizzando una vendetta. Sono rimasto sbalordito quando ho saputo. Lui non aveva dimestichezza con le armi». Infine, sulla tesi difensiva di D'Elisa secondo la quale al momento dell'incidente Roberta Smargiassi avrebbe indossato male il casco Cerella dice:«c'è una perizia che ha fatto piena luce sulle responsabilità».
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SCONVOLTE TRE FAMIGLIE «È un momento difficile, una vicenda che ha sconvolto per sempre tre famiglie». Lo dichiarano Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni, i legali del foro di Vasto che assistono Fabio Di Lello. Il 34enne da ieri sera è rinchiuso in una cella del carcere di Torre Sinello a Vasto, dopo diverse ore trascorse nella caserma dei Carabinieri. L'inchiesta è condotta dal pm Gabriella De Lucia. Gli avvocati sono in attesa delle decisioni della Procura, per conoscere il capo di imputazione, la data e il luogo dove sarà tenuto l'interrogatorio di garanzia. Il magistrato dovrà consegnare in giornata l'incarico dell'autopsia a Pietro Falco, responsabile di medicina legale dell'Asl Lanciano Vasto Chieti.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Febbraio 2017, 13:35
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