Giosuè Ruotolo, un anno in cella. Tutti gli indizi confermati in aula

Giosuè Ruotolo, un anno in cella. Tutti gli indizi confermati in aula

di Cristina Antonutti
PORDENONE - È passato un anno da quando Giosuè Ruotolo è entrato nel carcere di Belluno accusato dell'omicidio premeditato di Teresa Costanza e Trifone Ragone. Tribunale del Riesame e Cassazione hanno confermato l'ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Carabinieri il 7 marzo 2016. E al processo - dopo cinque mesi, 19 udienze e una settantina di testimoni citati dalla pubblica accusa - i pm Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro sono riusciti a confermare tutti gli indizi che hanno portato il gip Alberto Rossi a condividere l'impostazione della Procura. Sono elementi indiziari, che nell'aula della Corte d'assise di Udine, acquisiti attraverso perizie e testimonianze dirette, cominciano ad avere tutt'altro peso e rilievo.

Dalle prossime udienze la difesa tenterà di scardinarli, a cominciare dalla perizia che colloca Ruotolo nel parcheggio del palasport nel momento in cui il killer scaricava la sua 7,65 contro i fidanzati. Da che parte pende la bilancia? Al momento Ruotolo può ancora contare su cinque elementi importanti per evitare l'ergastolo: nessuno lo ha visto sparare ai fidanzati la sera del 17 marzo 2015; i coinquilini non lo hanno mai visto in casa con la Beretta 7,65 o un'altra arma; nella sua Audi A3 non sono state trovate tracce di sangue delle vittime; sui bossoli recuperati sulla scena del delitto non ci sono né impronte né tracce di Dna riconducibili a Ruotolo.
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Marzo 2017, 10:48
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